Gli inquirenti americani rinfacciano al terzogenito della regina di non aver offerto alcuna collaborazione nell'ambito dell'indagine
NEW YORK - Nuovo attacco al principe Andrea, terzogenito della regina Elisabetta, sulla vicenda dei suoi rapporti di frequentazione con Jeffrey Epstein: il miliardario americano morto in carcere dopo essere stato accusato di aver schiavizzato per anni una corte di ragazze giovani e giovanissimi, messe in parte a disposizione anche di amici ricchi e potenti.
Chiamato in causa ieri dagli inquirenti Usa della procura del distretto sud di New York, che gli rinfacciano di aver offerto «zero cooperazione» alle indagini e di essersi negato alle richieste d'interrogatorio, il duca di York è tornato sotto tiro di legali di presunte vittime di Epstein.
«Andrea ha il dovere morale di farsi interrogare», ha detto in particolare alla Bbc l'avvocato Gloria Allred, «avrebbe dovuto decidersi a collaborare da molto tempo». «Se non ha fatto nulla di sbagliato, come sembra sostenere, allora perché non parla» con procuratori ed Fbi?, si è chiesta polemicamente la legale.
«Dovrebbe sentirsi obbligato a farlo - ha incalzato - o, se no, spiegare il perché» del suo rifiuto.