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STATI UNITIDa Los Angeles alla Cina, il mondo piange Bryant

27.01.20 - 23:36
Un fiume inarrestabile di omaggi ha coinvolto personaggi noti e gente comune
keystone-sda.ch / STR (ADAM S DAVIS)
Da Los Angeles alla Cina, il mondo piange Bryant
Un fiume inarrestabile di omaggi ha coinvolto personaggi noti e gente comune

WASHINGTON - Lo sgomento e il dolore per la morte di Kobe Bryant nello schianto del suo elicottero ieri, nel quale sono rimaste vittime anche la figlia tredicenne Gianna (astro nascente del basket femminile) e altre sette persone, provocano un fiume inarrestabile di omaggi. La polizia di Los Angeles annuncia che le indagini saranno lunghe, tra le prime ipotesi c'è quella della nebbia che aveva costretto gli elicotteri della polizia a rimanere a terra. Intanto gli Stati Uniti si commuovono anche per la piccola GiGi, un nome omaggio al passato italiano e un soprannome esplicito per la sua passione sportiva, Mambacita.

Ma è l'immagine di Kobe quella più vista e pianta, da Los Angeles alla Cina, passando per l'Europa. È un susseguirsi di omaggi al campione, è il mondo intero a piangere "Black Mamba". Testimonianze dal mondo dello sport, ma non solo. Dall'ex presidente degli Usa Bill Clinton al primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, da Cristiano Ronaldo a Tiger Woods, dall'amico Jack Nicholson allo scrittore Paulo Coelho hanno voluto ricordare Bryant, da tutti salutato come "leggenda".

Le lacrime di LeBron James al ritorno dalla trasferta di Philadelphia parlano da sole. Le immagini lo ritraggono col cappuccio della felpa alzato e mentre con la mano si asciuga il viso. Proprio a King James l'ultimo messaggio di Kobe su Twitter, per congratularsi con LeBron che nelle ultime ore lo aveva scavalcato come terzo marcatore di tutti i tempi. «Per me era come un fratello più piccolo, gli ho voluto bene»: cosi' un'altra leggenda del basket, Michael Jordan, ricorda Bryant, dicendosi scioccato per quanto accaduto, e ricordando come Kobe era anche "un padre straordinario" con sua figlia Gianna, morta con lui nell'incidente.

Bryant è stato ricordato anche durante la premiazione dei Grammy's, gli Oscar della musica, allo Staples center, dove Black Mamba ha giocato tante partite con i Los Angeles Lakers mentre i Dallas Mavericks hanno deciso di ritirare la maglia numero 24 in segno di rispetto. A New York una delle fermate della metropolitana è stata rinominata Kobe Bryant Park. Subito dopo la notizia della morte invece, all'esterno del Madison Square Garden è stato installato un mega schermo in ricordo della star dell'Nba. E Reggio Emilia - dove Bryant ha giocato nelle giovanili - gli intitolerà una piazzetta.

«Kobe è stato un vero mito e fonte di ispirazione per molti. Riposa in pace leggenda» scrive Cristiano Ronaldo su Instagram. Tiger Woods si dice «scioccato e triste». «Ricorderò per sempre Kobe, aveva il fuoco dentro e il desiderio di spingere in ogni occasione i compagni al successo. Ha dimostrato di essere un campione in tutte le circostanze della vita. Era un esempio e sarà sempre nel mio cuore».

Nick Kyrgios si è presentato sul campo degli Australian Open prima della sfida con Nadal con la maglia dei Lakers numero 8, quella degli inizi di Bryant, mentre la giovanissima campionessa americana Coco Gauff ha scritto sulle sue scarpette rosa la dedica Mamba mentality e poi riposa in pace con i numeri storici del campione americano, l'8 e il 24. Anche l'altra tennista americana, Cathie McCally, compagna di doppio della Gauff, ha voluto ricordare l'ex atleta, scrivendo Kobe sulle scarpe.

«Quando pensiamo che tutto sia solido, c'è un grosso buco nel muro». Con queste parole in una rara intervista l'attore premio Oscar Jack Nicholson ricorda Bryant del quale era grande fan e soprattutto grande amico. «È stato un evento terribile - le parole di Nicholson che ha ricordato anche il momento in cui ha conosciuto Kobe - L'ho preso in giro la prima volta che ci siamo incontrati - ha detto a Cbs. È stato al Madison Square Garden di New York, gli ho offerto un pallone da basket e gli ho chiesto se voleva che lo autografassi per lui. Mi ha guardato come se fossi pazzo. Ci mancherà».

Anche lo scrittore Paulo Coelho si unisce a coloro che esprimono dolore per la scomparsa di Bryant. I due si conoscevano, e Coelho rivela oggi con un tweet che avevano un progetto comune, quello di scrivere un libro insieme. «Caro Kobe Bryant, eri molto di più di un grande giocatore - twitta lo scrittore brasiliano -. Dall'interagire con te ho appreso molto. Ora strapperò quelle bozze, quel libro ha perso la sua ragione di essere».

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