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STATI UNITIL'esercito Usa verso il disimpegno anche in Africa

13.01.20 - 21:45
Dove attualmente sono impegnati 7'000 militari, la volontà è quella di aumentare le forze nell'area del Pacifico
Keystone
L'esercito Usa verso il disimpegno anche in Africa
Dove attualmente sono impegnati 7'000 militari, la volontà è quella di aumentare le forze nell'area del Pacifico

WASHINGTON D.C. - Gli Usa vogliono ridurre la loro presenza militare in Africa. L'annuncio del capo dello stato maggiore delle forze armate Mark Milley è arrivato poco prima che il presidente francese Emmanuel Macron avesse convocato un summit con i leader della regione del Sahel per fronteggiare la crescente minaccia jihadista.

Le truppe americane, ha spiegato Milley, «potrebbero essere ridotte e spostate, per aumentare la prontezza di combattimento delle forze negli Usa o nel Pacifico».

«Stiamo sviluppando opzioni perché siano esaminate dal segretario alla Difesa, in coordinamento con i nostri alleati e partner», ha aggiunto.

Gli Usa contano circa 7'000 membri delle forze speciali in Africa, che conducono operazioni congiunte con forze nazionali contro i jihadisti, in particolare in Somalia. Ci sono poi altri 2'000 militari che stanno conducendo missioni di addestramento in circa 40 Paesi africani e partecipano a operazioni in collaborazione con altri paesi, tra cui la Francia, in Mali.

Il presidente francese, Emmanuel Macron, durante la conferenza stampa di questa sera a margine del vertice di Pau con i Paesi del G5 Sahel, ha espresso «l'auspicio» di riuscire a convincere il suo omologo statunitense, Donald Trump, a mantenere le forze americane in Africa.

«Spero di riuscire a convincere il presidente Trump che la lotta al terrorismo si gioca anche in questa regione e che il tema libico non può essere disgiunto dalla situazione nel Sahel e nella regione del lago Ciad», ha dichiarato Macron, evocando il rischio di «proliferazione del terrorismo» in caso di fallimento.

Nel comunicato congiunto sottoscritto a Pau, i leader del G5 Sahel - Burkina Faso, Mali, Mauritania, Niger e Ciad - avevano a loro volta espresso «riconoscenza rispetto all'appoggio cruciale fornito dagli Stati Uniti» per combattere i miliziani jihadisti ed espresso l'auspicio che Washington continui a fornirlo.

Dal canto suo, Macron ha annunciato l'invio di 220 militari supplementari per rafforzare la forza Barkhane che combatte i jihadisti nella regione.

I partecipanti al vertice di Pau hanno deciso di «concentrare immediatamente i loro sforzi militari nella zona delle tre frontiere» (Mali, Burkina Faso, Niger), sotto al «comando congiunto della Forza Barkhane e della Forza congiunta G5 Sahel». È proprio lì, che in questi ultimi mesi, si sono concentrati gli attacchi, a cominciare da quelli del cosiddetto Gruppo Stato Islamico nel Grande Sahara (EIGS).

Nel comando congiunto, verrà integrato anche il futuro gruppo di forze speciali europee, battezzato Takuba. Secondo le conclusioni del vertice, un prossimo summit tra la Francia e i Paesi del G5 Sahel si terrà il prossimo giugno a Nouakchott, in Mauritania.

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