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PAESI BASSIIl supermarket chiede le foto in intimo ai dipendenti

27.11.19 - 06:00
Albert Heijn ha fatto retromarcia dopo essere stata travolta dalle critiche
Depositphotos (ifeelstock)
Albert Heijn ha fatto retromarcia dopo aver chiesto ai dipendenti foto in mutande o in abiti ultra-attillati.
Albert Heijn ha fatto retromarcia dopo aver chiesto ai dipendenti foto in mutande o in abiti ultra-attillati.
Il supermarket chiede le foto in intimo ai dipendenti
Albert Heijn ha fatto retromarcia dopo essere stata travolta dalle critiche

NIMEGA - Albert Heijn, la principale catena di supermarket olandese, ha fatto marcia indietro dopo aver chiesto ai dipendenti della filiale di Nimega di caricare loro foto in intimo o con abiti ultra-attillati in una app. Lo scopo? Avere le esatte dimensioni del corpo di ciascuno, in modo da calcolarne le taglie e creare la nuova uniforme aziendale.

L'idea è stata travolta da un'ondata generale di critiche, specialmente sui social media. L'indignazione è stata tale da indurre l'azienda ad ammettere che si è trattato di qualcosa che non andava fatto. L'autorità nazionale per la protezione dei dati personali ha descritto poi come bizzarra l'eventualità che un grande supermercato possa avere un database con le foto dei propri lavoratori in mutande. «Non ci sono basi per chiedere allo staff di farlo», ha spiegato, sottolineando che ci sono modi meno controversi per procurarsi le misure del corpo e realizzare le divise con le taglie corrette.

Il quotidiano olandese Nrc, il primo a raccontare la storia, ha spiegato che i dipendenti sono venuti a conoscenza della richiesta da un poster affisso nella mensa aziendale. Veniva loro chiesto di indossare abiti meno abbondanti possibile, «così i contorni del tuo corpo possano essere misurati il più accuratamente possibile. E chiedi a qualcuno di aiutarti a scattare una foto», si leggeva ancora sul foglio. Una successiva e-mail spiegava agli addetti del punto vendita di Nimega, scelti per fare il test tra i 100mila dipendenti dell'azienda, che l'uso dell'applicazione era «essenziale e obbligatorio».

Un portavoce di Albert Heijn ha negato che l'uso dell'app fosse obbligatorio, ma ha aggiunto di aver agito in buona fede. «Abbiamo cancellato il test e ci scusiamo con tutti i dipendenti coinvolti», ovvero circa 400 persone.

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