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SPAGNANuovo mandato di arresto internazionale contro Puigdemont

14.10.19 - 14:33
Un giudice spagnolo accusa di sedizione e appropriazione indebita l'ex premier catalano
keystone-sda.ch/STF (OLIVIER HOSLET)
Un giudice spagnolo ha emesso un nuovo mandato di arresto internazionale per l'ex premier catalano Carles Puigdemont.
Un giudice spagnolo ha emesso un nuovo mandato di arresto internazionale per l'ex premier catalano Carles Puigdemont.
Nuovo mandato di arresto internazionale contro Puigdemont
Un giudice spagnolo accusa di sedizione e appropriazione indebita l'ex premier catalano

BARCELLONA - Un giudice spagnolo ha emesso un nuovo mandato di arresto internazionale per l'ex premier catalano Carles Puigdemont, in esilio in Belgio, con l'accusa di 'sedizione' e 'appropriazione indebita' per la fallita secessione catalana dell'ottobre 2017.

Si tratta delle stesse accuse per le quali stamattina sono stati condannati dalla Corte Suprema spagnola 9 dei 12 leader indipendentisti, con pene fra i 9 e i 13 anni di carcere.

Puigdemont: «Non ci fermeranno» - «Non ci fermeranno fino a quando non raggiungeremo finché non annulleremo tutti gli effetti della repressione e respireremo la libertà". Lo ha detto il leader catalano Carles Puigdemont in diretta Facebook da Waterloo, in Belgio. L'ex presidente della Generalitat ha inviato i catalani ad una nuova mobilitazione anche in vista delle elezioni del 10 novembre. «Non c'è altra via che un nuovo referendum nel quale possiamo dire ciò che vogliamo e come lo vogliamo. Devono sapere che non accettiamo una soluzione basata su repressione e condanne», ha detto.

Nella sua conferenza stampa ha parlato di «repressione» e «vendetta» da parte dello Stato spagnolo, facendo riferimento alla sentenza di condanna nei confronti di alcuni dirigenti catalani da parte della Corte suprema spagnola.

«La decisione della Corte suprema contro membri del governo, del Parlamento e delle principali entità sociali della Catalogna conferma la strategia di repressione e di vendetta nei confronti di tutti i cittadini che hanno cercato la strada della democrazia perseguendo la loro volontà», ha detto Puigdemont.

La sentenza «condanna inoltre - ha aggiunto - gli oltre due milioni di persone che hanno permesso il referendum di autodeterminazione il 1 ottobre del 2017». Lo riferisce la stampa locale.

Sanchez invita al dialogo - Adesso «abbiamo bisogno di aprire un nuovo capitolo basato sulla coesistenza pacifica in Catalogna attraverso il dialogo nei limiti della legge e della Costituzione spagnola». Lo ha detto il premier spagnolo Pedro Sanchez in un intervento tv dopo la condanna degli indipendentisti catalani.

«Nessuno è al di sopra della legge - ha aggiunto - In Spagna non ci sono prigionieri politici ma piuttosto alcuni politici in prigione per aver violato leggi democratiche».

«Il governo», ha proseguito Sanchez, «continuerà a lavorare per risanare le fratture creata dal movimento separatista in una società sfaccettata».

Nei prossimi giorni, ha sottolineato il premier spagnolo, «lavoreremo per garantire l'ordine pubblico e proteggere le nostre leggi democratiche. Risponderemo in maniera adeguata a qualsiasi violazione e ci impegneremo a ricostruire l'unità di tutti i partiti politici impegnati a difendere la Costituzione».

Pronte altre proteste - «La Corte suprema spagnola ha condannato Jordi Cuixart, presidente di Omnium Cultural a 9 anni di prigione per sedizione, un reato che non ha commesso. È un attacco frontale ai diritti fondamentali di Cuixart e degli altri imputati, nonché la criminalizzazione del diritto alla protesta pacifica per tutti i cittadini spagnoli». È il duro attacco dell'organizzazione indipendentista catalana Omnium dopo la sentenza della Corte Suprema di Madrid contro i leader indipendentisti.

«Tutte le azioni di Cuixart sono state pacifiche, civiche e nell'esercizio dei suoi diritti civili», si legge nel comunicato dell'associazione. Dopo la manifestazione di stamane a Barcellona, alla quale hanno preso parte i principali sindacati e organizzazioni imprenditoriali della Catalogna, Omnium afferma che continuerà a protestare contro la sentenza. «Altri azioni di massa saranno presto annunciate», affermano.

«Ad essere condannato dovrebbero essere chi quel giorno ha ordinato l'aggressione indiscriminata contro cittadini pacifici che non hanno commesso alcun crimine ma hanno solo votato», scrive invece in due lettere spedite al premier spagnolo Pedro Sanchez e al re Felipe VI il presidente della Generalitat, Quim Torra, definendo le sentenze contro i leader catalani «ingiuste».

Nelle missive il president ricorda che i condannati hanno trascorso due anni in «una detenzione preventiva vergognosa e crudele, per aver difeso il voto e il diritto di decidere il futuro di un intero popolo». «Con loro, oggi sono stati condannati il popolo della Catalogna e il suo diritto all'autodeterminazione - scrive ancora -. Con la decisione della Corte Suprema la democrazia spagnola ha perso credibilità».

Manifestazione mercoledì a Madrid - Il gruppo spagnolo Coordinadora 25 ha convocato per mercoledì alla Puerta del Sol di Madrid «la più grande mobilitazione democratica» per protestare contro le sentenze di condanna dei leader catalani.

Sarà una manifestazione, in programma a partire dalle 19.30, «contro l'oppressione e per la libertà», fanno sapere sul loro account Twitter gli attivisti di Madrid.

Gli indipendentisti scozzesi denunciano le condanne - Gli indipendentisti scozzesi dello Scottish National Party (Snp) - al potere nel governo locale di Edimburgo e terza forza per numero di seggi nel Parlamento britannico - denunciano le condanne inflitte oggi in Spagna nei confronti dei leader indipendentisti catalani.

Una mozione di condanna della giustizia spagnola e di solidarietà verso Carles Puigdemont e compagni è stata approvata dall'assemblea congressuale dell'Snp, riunita in questi giorni ad Aberdeen per la conferenza annuale di partito. Ed è stata poi illustrata alla Camera dei Comuni britannica dal capogruppo dell'Snp a Westminster, Ian Blackford, il quale ha chiesto a tutti i deputati di schierarsi «al fianco» di coloro che sono stati condannati «per aver fatto la cosa giusta» e aver dato voce al popolo della Catalogna.

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