Si tratta di 2 fratelli di nazionalità dominicana. Ad aprire il fuoco sarebbe stato il più giovane, affetto da un disturbo psichico
TRIESTE - Un agente scelto di 34 anni e un agente semplice 30enne sono morti uccisi in una sparatoria avvenuta nel pomeriggio davanti alla Questura di Trieste. A sparare è stata una delle due persone portate in Questura dai poliziotti in seguito al furto di uno scooter.
A compiere il furto stamani è stato un 29enne di nazionalità dominicana. Subito dopo il colpo si pente e chiama il fratello, di 32 anni, il quale avverte la polizia. Giungono sul posto una Volante con due agenti a bordo e un'auto della Squadra Mobile. I due fratelli salgono sulla prima vettura; l'altra li segue a distanza, un po' più indietro a causa del traffico. Un'operazione di routine, senza particolari difficoltà.
I quattro a bordo della Volante entrano in Questura. E quel che segue sono fotogrammi di un film impazzito, una manciata di minuti che seminano il terrore e spezzano due vite. Il 29enne, affetto da difficoltà psichiche, chiede di andare in bagno. Gli agenti lo accompagnano ma all'improvviso lui ingaggia una colluttazione: riesce a sfilare la pistola dalla fondina di un poliziotto e spara, probabilmente fino a scaricare completamente il caricatore. «Spari a bruciapelo», dirà la Questura nella ricostruzione.
Un'azione fulminea che non ha lasciato ai poliziotti la possibilità di difendersi. A terra restano due agenti, morti in un corridoio della Questura dove lavoravano. Mentre il fratello fugge nei sotterranei della Questura, lo sparatore tenta la fuga disperata: esce dalla Questura, ferisce un piantone, tenta di entrare in un'auto della stessa polizia. Ma fuori ci sono gli agenti della Mobile, che intanto era sopraggiunta, che sparano, lo feriscono e lo immobilizzano.
In queste ore il pubblico ministero di turno sta compiendo un sopralluogo e sta interrogando il fratello che terrorizzato si era nascosto. Le squadre speciali, intanto, hanno compiuto una bonifica dei locali della Questura, a scanso di equivoci.
«Vieni a prendermi ... non voglio l'ambulanza ... sto morendo...». Sono le frasi che urla il 29enne, rivolte al fratello, all'esterno della Questura di Trieste. L'aggressore, che ha già ucciso i due agenti, è a terra mentre attende l'ambulanza dopo essere stato ferito durante il tentativo di fuga. La scena è stata mandata in onda dall'emittente locale Tele4 nel corso di una edizione straordinaria trasmessa stasera.
La tranquilla Trieste è sconvolta. La città prima e la regione dopo si ferma: il sindaco Roberto Di Piazza dichiara il lutto cittadino, il Governatore Massimiliano Fedriga abbandona di corsa un convegno al quale stava partecipando a Udine per rientrare in città. La festa della Lega a Porcia (Pordenone), dove stasera era prevista la partecipazione di alcuni dei governatori protagonisti della riforma della legge elettorale, viene immediatamente cancellata.
Pochi minuti dopo si apprende la notizia che a Trieste arriverà la ministra dell'Interno italiana, Luciana Lamorgese, e il capo della Polizia, Franco Gabrielli. Interviene il procuratore capo di Trieste, Carlo Mastelloni, che esprime il proprio dolore e la vicinanza alle famiglie, così come aveva fatto in precedenza Fedriga. Poi fa sentire la sua voce il presidente italiano Sergio Mattarella, che parla di «barbara uccisione», esprime «solidale vicinanza», rinnovando i sentimenti di considerazione e riconoscenza per il quotidiano impegno degli operatori della Polizia al servizio dei cittadini. «Questa tragedia ferisce lo Stato», dice il presidente del Consiglio Giuseppe Conte esprimendo il suo cordoglio.