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SPAGNAHanno arrestato Josu Ternera, storico leader dell'Eta

16.05.19 - 10:16
Era latitante da 17 anni, l'arresto nel suo nascondiglio sulle Alpi francesi
Keystone
Vero nome Jose Antonio Urrutikoetxea Bengoechea, Ternera, è ritenuto coresponsabile dell'omicidio di 11 persone (6 delle quali minorenni)
Vero nome Jose Antonio Urrutikoetxea Bengoechea, Ternera, è ritenuto coresponsabile dell'omicidio di 11 persone (6 delle quali minorenni)
Hanno arrestato Josu Ternera, storico leader dell'Eta
Era latitante da 17 anni, l'arresto nel suo nascondiglio sulle Alpi francesi

MADRID - Accusato di una strage di 32 anni fa in cui morirono 11 persone, di cui sei bambini, scomparso dai radar da ben 17 anni, Josu Ternera, storico leader dell'Eta, è stato arrestato sulle Alpi francesi.

E ora, conteso dalle giustizie di Parigi e Madrid, potrebbe rispondere in Spagna di crimini contro l'umanità: una fattispecie introdotta nel codice penale spagnolo nel 2004.

A mettere fine alla latitanza del terrorista, che nel 2018 annunciò la dissoluzione finale dell'organizzazione separatista basca, è stato il lavoro congiunto delle polizie e dei servizi di intelligence francesi e spagnoli. Ternera, il cui vero nome è José Antonio Urrutikoetxea, 69 anni, era in Alta Savoia per curarsi da un tumore. Ed è ora ricoverato in ospedale.

La trappola è scattata in un parcheggio di Sallanches, non lontano da Chamonix e dai confini italiano e svizzero, in un'operazione il cui nome in codice era "Infanzia rubata", in riferimento ai bimbi dilaniati dalla bomba piazzata in una caserma della Guardia Civil a Saragozza nel dicembre 1987, in un periodo di particolare recrudescenza del terrorismo basco.

Ternera si era unito a soli 18 anni all'Eta nel 1968, quando la Spagna era ancora sotto il tallone di Francisco Franco: proprio nell'anno in cui il gruppo separatista compì il suo primo omicidio, quello della guardia civile José Antonio Pardines. Nel 1987, 37enne, prese il posto del leader Txomin Iturbe quando questi fu ucciso e, sotto la sua guida, l'Eta diede inizio a un'intensa campagna di sangue. Non tutto può però essere imputato a lui, perché due anni dopo fu catturato e condannato a dieci anni di carcere, i primi sei dei quali trascorsi in una cella francese prima di essere estradato per finire di scontare la pena in Spagna.

Poi la svolta politica: uscito di prigione, Ternera si fece eleggere nell'Eusko Legebiltzarra, il Parlamento basco, nel 1998 e poi di nuovo nel 2001. Ma la sua carriera alla luce del sole terminò solo un anno dopo: nel 2002 venne infatti convocato per rispondere del suo sospettato ruolo nella strage di Saragozza. Non si presentò, facendo da quel momento sparire le sue tracce. Ben nascosto, partecipò a distanza ai colloqui di pace con il governo socialista di José Luis Rodríguez Zapatero.

L'Eta era nel mezzo di una lotta di potere interna fra falchi della lotta armata a oltranza e trattativisti. Malgrado un'iniziale vittoria dell'ala estremista, nel 2010 l'Eta dichiarò una tregua unilaterale, ponendo di fatto fine a una campagna di violenza che in 43 anni aveva lasciato sul terreno oltre 800 morti. E nel 2011 annunciò la tregua "verificabile" a osservatori internazionali, anche se il disarmo è avvenuto sei anni dopo, nel 2017.

Poi sono arrivate le scuse ai familiari delle sue vittime nella quasi totale indifferenza della politica, con l'allora premier conservatore Rajoy a ribadire che tutto questo non avrebbe cambiato di una virgola l'inflessibilità nei confronti dei terroristi. Infine, proprio Ternera, un anno fa, annunciò la dissoluzione dell'organizzazione, invitando i suoi membri a continuare la lotta per l'indipendenza del Paese basco in modo pacifico, nelle istituzioni democratiche.

Una pagina chiusa salutata subito con soddisfazione dal governo: «La collaborazione franco-spagnola si è mostrata ancora una volta efficace. La Guardia Civil e il servizio d'intelligence francese Dgsi hanno tutto il mio apprezzamento», ha twittato il primo ministro socialista Pedro Sanchez, aggiungendo un «abbraccio a tutte le vittime del terrorismo».

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