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REGNO UNITOAssange: la magistratura svedese potrebbe riaprire il caso di stupro

12.04.19 - 16:47
Il fondatore di WikiLeaks ha sempre contestato la denuncia. Onu: «È presto per valutare eventuali violazioni»
Keystone
Assange: la magistratura svedese potrebbe riaprire il caso di stupro
Il fondatore di WikiLeaks ha sempre contestato la denuncia. Onu: «È presto per valutare eventuali violazioni»

LONDRA - La magistratura svedese non esclude di poter riaprire l'indagine aperta nel 2010, poi chiusa nel 2017, sull'accusa di presunto stupro rivolta a Julian Assange da una donna.

Lo riferiscono fonti della procura di Stoccolma citate dalla Bbc, confermando quanto già dichiarato ieri sulla disponibilità a riesaminare la decisione sulla base di un'istanza presentata dopo l'arresto del fondatore di WikiLeaks dalla legale della donna, l'avvocato Elizabeth Massi Fritz.

Secondo la procedura locale, la procura può teoricamente riaprire il caso entro 10 anni, cioè fino al 2020.

Assange ha sempre contestato la denuncia e i suoi avvocati hanno il sospetto di un'operazione costruita a tavolino per farlo arrestare ed estradarlo poi negli Usa. Inizialmente le accusatrici erano due, ma una ha poi ritrattato.

Quella rimasta riconosce di aver avuto una relazione consensuale, come sostiene l'attivista australiano, a margine di una conferenza organizzata a Stoccolma nel 2010, ma gli imputa un rapporto "senza preservativo" avuto nel dormiveglia.

Onu: «È presto per valutare eventuali violazioni» - «Dobbiamo aspettare e vedere cosa accade per quanto riguarda Julian Assange. Il Consiglio per i Diritti Umani è interessato alla libertà di espressione e di opinione, speriamo ci sia un processo giusto. Penso sia presto per dire altro». Lo ha detto l'ambasciatore Coly Seck, presidente del Consiglio per i Diritti Umani dell'Onu.

Seck ha commentato con i giornalisti al Palazzo di Vetro le affermazioni di Agnès Callamard, relatrice speciale per le esecuzioni extragiudiziali o arbitrarie presso l'Ufficio dell'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i diritti umani. Secondo lei, l'Ecuador fa correre al fondatore di Wikileaks «il rischio di gravi violazioni dei suoi diritti fondamentali».

Il portavoce del Consiglio, Rolando Gomez, ha precisato che la relatrice è un'esperta indipendente e i «suoi punti di vista non necessariamente sono sostenuti dall'organo nella sua interezza».


 
 

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