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REGNO UNITOPamela Anderson: «Assange? Un diversivo per la Brexit. Sono scioccata»

11.04.19 - 17:18
Il fondatore di Wikileaks sarebbe stato spiato e ricattato nell’ambasciata ecuadoregna
Keystone
Pamela Anderson: «Assange? Un diversivo per la Brexit. Sono scioccata»
Il fondatore di Wikileaks sarebbe stato spiato e ricattato nell’ambasciata ecuadoregna

LONDRA - Tra le tante voci che si sono sollevate in seguito all’arresto di Julian Assange - pro e contro - spicca quella di Pamela Anderson. In passato i due hanno avuto una profonda amiciczia, l’ex bagnina di Baywatch si è recata spesso a Londra per trovare il fondatore di Wikileaks nell’ambasciata ecuadoregna, da dove oggi è stato prelevato dalla polizia. L’accusa è chiara e diretta: «Londra, come hai potuto? Hai trovato un diversivo per non parlare della Brexit».

«Sono scioccata - ha scritto l’attrice su Twitter - (...) Sembra stia molto male. Come hai potuto, Ecuador? Come hai potuto, Regno Unito? Certo, tu sei la p..a d’America e hai bisogno di un diversivo dalla tua c..a della Brexit».

In un nuovo tweet, non è mancato un attacco anche agli Usa: «E gli Usa? Questo presidente tossico e codardo. Ha bisogno di galvanizzare la sua base? Sei egoista e crudele. Siete il male, i bugiardi, i ladri. E marcirete. E noi risorgeremo».

Assange spiato? - E proprio in queste ore è trapelata la notizia che durante il suo soggiorno presso l’ambasciata - dove era rinchiuso dal 2012 - Assange sarebbe stato spiato e alcuni video, contenenti momenti intimi e privati, sarebbero stati usati per ricattarlo. Sarebbero stati chiesti 3 milioni di euro. A renderlo noto è stata la giornalista islandese Kristinn Hrafnsson, attuale direttore di WikiLeaks. In merito si è mosso anche l’Onu.

La polizia  è entrata nell'ambasciata - Il ministro dell'Interno conservatore britannico, Sajid Javid, ha difeso oggi dinanzi alla Camera dei Comuni le ragioni dell'arresto di Julian Assange, confermando che Scotland Yard è entrata nell'ambasciata dell'Ecuador a Londra, come denunciato da Wikileaks, ma solo «su invito dell'ambasciatore di Quito e nel rispetto della Convenzione di Vienna».

Javid ha insistito che l'attivista a giornalista australiano è stato arrestato per aver «violato la legge britannica sulla cauzione», rifiutandosi per il resto di entrare nel merito delle imputazioni e assicurando che il fondatore di Wikileaks avrà «l'opportunità di contestare le accuse, oltre che di ricevere, in custodia, le cure mediche necessarie». «Nessuno è al di sopra della legge», ha quindi ribadito il ministro, ringraziando la polizia britannica - come aveva già fatto prima di lui la premier Theresa May - per "la professionalità" del suo intervento.

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