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ALGERIABouteflika non si ricandida, scene di giubilo ad Algeri

11.03.19 - 18:50
Le elezioni presidenziali fino ad oggi previste per il 18 aprile sono rinviate a data da destinarsi, mentre si dimette il premier Ahmed Ouyahia
KEYSTONE/EPA (MOHAMED MESSARA)
Bouteflika non si ricandida, scene di giubilo ad Algeri
Le elezioni presidenziali fino ad oggi previste per il 18 aprile sono rinviate a data da destinarsi, mentre si dimette il premier Ahmed Ouyahia

ALGERI - Abdelaziz Bouteflika ha ceduto alle proteste degli algerini: il presidente costretto sulla sedia a rotelle e con difficoltà a parlare a causa di un ictus non si candiderà per un quinto mandato. Le elezioni presidenziali fino ad oggi previste per il 18 aprile sono rinviate a data da destinarsi, il premier Ahmed Ouyahia si è dimesso e una conferenza nazionale stilerà una nuova costituzione.

Pare una rivoluzione, la primavera araba che l'Algeria non ebbe nel 2011 e che ha innescato festeggiamenti nelle strade di Algeri ma sarà lo stesso Bouteflika, o almeno il sistema di potere di cui è perno a gestire questa transizione.

È quanto emerge da un lungo messaggio agli algerini che il presidente al potere dal 1999 ma infermo dal 2013 ha fatto diffondere dai media: una sorta di accelerazione del piano di cessione del potere che aveva delineato il 3 marzo nel vano tentativo di spegnere gli ardori della piazza che invece, venerdì scorso, si era fatta sentire in maniera ancora più potente portando per le strade di Algeri circa un milione di persone e molte altre in varie città dell'Algeria per scandire «Bouteflika vattene».

«Non ci sarà un quinto mandato, non ci saranno elezioni presidenziali il 18 aprile», ha affermato il presidente nel suo messaggio in sette punti annunciando che la data della tornata sarà fissata da una «conferenza nazionale indipendente». Ma, lo ha detto chiaro, sarà lui, Bouteflika, a passare il testimone al nuovo presidente.

Per le strade di Algeri sono esplose scene di giubilo anche se nuovo premier è stato nominato il ministro dell'interno Noureddine Bedoui, e il suo vice, l'ex ministro degli esteri Ramtane Lamamra, è un altro uomo notoriamente vicino alla presidenza.

Oltre che contro l'82enne Bouteflika, quasi sparito da anni dalla vita pubblica a causa dell'infermità, la protesta si rivolge dichiaratamente contro il sistema di potere che gestisce il paese da due decenni e che scontenta larghe fasce di una popolazione giovane (per metà sotto i 30 anni), senza chiare prospettive (un terzo dei giovani è disoccupato) e con ricchezze gasiere e petrolifere soggette alle fluttuazioni del mercati e alla mala gestione di una classe dirigente accusata spesso di corruzione.

La svolta era stata preannunciata anche da una serie di prese di distanza (o avvicinamenti alla piazza) da parte di pezzi importanti del sistema, come i veterani della guerra di resistenza al colonialista francese ed esponenti del mondo imprenditoriale.

I moniti di esercito e dello stesso Bouteflika al «decennio nero» della guerra civile tra forze di sicurezza ed estremisti islamici che insanguinò il paese con 150-200 mila morti negli anni Novanta non erano riusciti a intimorire i manifestanti che hanno ora di fronte un periodo di transizione imperniato su una conferenza nazionale tutta da allestire.

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