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ITALIA«Hanno aggredito la loro preda come animali»

28.02.19 - 19:03
Per questa «dinamica da branco», i tre maggiorenni e i due minorenni accusati di aver violentato per ore una 16enne nel Comasco sono finiti dietro le sbarre
«Hanno aggredito la loro preda come animali»
Per questa «dinamica da branco», i tre maggiorenni e i due minorenni accusati di aver violentato per ore una 16enne nel Comasco sono finiti dietro le sbarre

COMO - «Come un gruppo di animali hanno braccato e aggredito la loro preda». La preda era una ragazza di 16 anni, chiusa in casa per tre ore e vittima di violenze sessuali.

I carabinieri di Como hanno voluto citare questo breve passaggio dell'ordinanza del giudice per le indagini preliminari (gip) per illustrare i motivi per cui sono finiti in carcere cinque ragazzi tra i 17 e i 19 anni, tre maggiorenni e due minorenni, tre di origine albanese, due marocchina, accusati di concorso in violenza sessuale di gruppo, lesioni, sequestro di persona e, i due minorenni, anche di spaccio di marijuana.

Le ordinanze di custodia cautelare, tre firmate dal gip di Como, due dal gip del Tribunale dei Minori di Milano, sono state eseguite questa mattina, quattro nel Comasco e una a Stradella (Pavia), dove è stato rintracciato uno degli indagati. L'episodio alla base dei provvedimenti restrittivi risale al pomeriggio del 14 luglio scorso, ed è avvenuto nella casa di uno degli arrestati, nella Brianza comasca.

I cinque indagati, amici fra di loro, un paio con precedenti per droga, avevano invitato quattro ragazze minorenni a trascorrere il pomeriggio con loro. Ragazze conosciute per le frequentazioni scolastiche o dei luoghi di ritrovo del centro di Como. I giovani, riferiscono i carabinieri, avevano bevuto e assunto droghe, e all'arrivo delle ragazze hanno messo in atto quella che gli investigatori definiscono una dinamica «da branco».

Le ragazze vengono chiuse in una stanza e minacciate di venir buttate giù da una finestra, se avessero osato chiedere aiuto. Quindi il gruppo si accanisce in particolare contro una di loro, sedicenne, che viene presa di mira, spostata nei vari locali dell'appartamento, presa a morsi quando tenta di difendersi. Per la ragazza sono state tre ore da incubo.

Passano alcuni giorni prima che una segnalazione arrivi ai carabinieri di Rebbio, popoloso quartiere alla periferia di Como, che iniziano ad indagare riuscendo con pazienza a ricostruire quanto accaduto in quel pomeriggio di luglio. L'indagine preliminare si sdoppia tra Procura di Como e Procura minorile, e porta alle richieste di ordinanze di custodia cautelare: in carcere, niente arresti domiciliari o permanenza domiciliare. Una richiesta severa, stante la ricostruzione dei fatti contestati, che viene condivisa dai giudici delle indagini preliminari.

I due minorenni sono anche accusati di spaccio, per avere detenuto e offerto alle ragazze della marijuana. I ragazzi coinvolti sono figli di famiglie che gli investigatori definiscono «normali», in assenza di situazioni particolarmente degradate. Tutti risultano essere studenti, anche se di fatto pare non frequentassero le scuole.
 
 

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