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CINASorelle saudite in fuga bloccate da mesi a Hong Kong

21.02.19 - 15:45
La loro volontà è abbandonare l'Islam e l'Arabia Saudita dopo aver subito abusi e maltrattamenti in ambito familiare
Keystone, archivio
Sorelle saudite in fuga bloccate da mesi a Hong Kong
La loro volontà è abbandonare l'Islam e l'Arabia Saudita dopo aver subito abusi e maltrattamenti in ambito familiare

HONG KONG - Due sorelle saudite decise ad abbandonare l'Islam e il loro Paese dopo aver subito abusi e maltrattamenti in ambito familiare, hanno tentato di fuggire in Australia, ma ad Hong Kong, dove avevano fatto scalo, sono state bloccate, subendo anche un tentativo di rapimento.

Il fatto è accaduto cinque mesi fa ma è stato rivelato oggi dalla Cnn in una inchiesta esclusiva da cui emerge che le due donne sono ancora nel territorio autonomo cinese, in attesa di poter chiedere asilo "in un Paese sicuro". Una vicenda simile a quella vissuta da una diciottenne saudita nel gennaio scorso: anche lei diretta in Australia, era rimasta bloccata a Bangkok, finché, grazie anche ai suoi appelli via social network, non ha ottenuto asilo in Canada.

L'odissea di Reem, 20 anni, e Rawan, 18, (nomi di fantasia usati dalla Cnn a protezione delle due giovani, ritratte in foto con niqab che ne nascondono del tutto il volto) era cominciata il 6 settembre dell'anno scorso, mentre erano in vacanza con la famiglia nello Sri Lanka. Decise a lasciare per sempre patria e famiglia, di nascosto sono riuscite a raggiungere l'aeroporto di Colombo e a prendere un volo con destinazione Melbourne via Hong Kong. Qui avrebbero dovuto aspettare due ore. Che sono diventate cinque mesi.

Arrivate all'area transiti dell'aeroporto di Hong Kong due uomini le hanno avvicinate, hanno preso loro passaporti e carte d'imbarco preannunciando che avrebbero perso la loro coincidenza per una irregolarità nei loro visti australiani. Si trattava di dipendenti dell'aeroporto di Colombo, secondo quanto poi accertato, forse allertati grazie alle buone conoscenze del ministero dell'Interno saudita di uno zio delle ragazze. Condotte in un altro settore dell'aeroporto, un impiegato, senza che loro lo sapessero - racconta la Cnn citando un avvocato che sta seguendo il caso - ha cancellato le loro prenotazioni sull'aereo per Melbourne, riservandone altre su un volo per Riad via Dubai.

La Srilankan airlines ha poi riferito alla stessa Cnn che la loro prenotazione per l'Australia era stata cancellata su "esplicita richiesta" del consolato saudita: allo staff dell'aeroporto era stato detto che il padre delle ragazze le reclamava "il più presto possibile" a casa, perché la madre stava morendo. Ma le ragazze sapevano che la madre non era malata e i loro visti erano a posto, e si sono rifiutate di partire. «Si è trattato di un tentativo di rapimento in un'area riservata di un aeroporto internazionale» denuncia il loro l'avvocato.

Dopo varie vicissitudini le due giovani sono poi riuscite ad ottenere il permesso di uscire dall'aeroporto e da allora soggiornano ad Hong Kong cambiando continuamente alloggio per non farsi rintracciare dalla famiglia ed evitare un rimpatrio forzato a Riad. Nel frattempo la loro situazione si è ulteriormente complicata: i loro documenti sono scaduti e non hanno chiesto asilo a Hong Kong per non incappare in un meccanismo in vigore che sfugge al controllo dell'Unhcr. Unica via d'uscita un visto d'ingresso in un Paese sicuro, che ora sollecitano tramite il loro legale.

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