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ITALIA«Tiziana era buona, altruista, piena di gioia di vivere. Il web l'ha uccisa»

19.02.19 - 21:00
Parla la madre della 33enne che si è tolta la vita dopo che alcune foto e sei filmini hot che la vedevano protagonista erano finiti in rete
Tiziana Cantone
«Tiziana era buona, altruista, piena di gioia di vivere. Il web l'ha uccisa»
Parla la madre della 33enne che si è tolta la vita dopo che alcune foto e sei filmini hot che la vedevano protagonista erano finiti in rete

ROMA - Tiziana Cantone si è tolta la vita il 13 settembre del 2016. La ragazza si era ritrovata in un vortice dal quale è stata schiacciata. Alcune foto e sei filmini hot che la vedevano protagonista erano finiti in rete, diffondendosi a macchia d’olio.

Per tutto questo diverse persone sono apparse di fronte alla legge. Un primo processo, per diffamazione, è stato chiuso per archiviazione, un secondo, per istigazione al suicidio, è stato archiviato. La scorsa settimana è stato aperto un processo a carico di Sergio Di Palo, uomo a cui la 33enne era legata sentimentalmente, accusato di calunnia, falso e accesso abusivo a dati informatici.

I percorsi legali avranno il loro esito, ma c’è chi vuole andare oltre, per far sapere chi era veramente Tiziana. La madre della ragazza, Maria Teresa Giglio, ha pubblicato in questi giorni un libro: Uccisa dal web (edito da Jouvence, in libreria dal 21 febbraio). Tiziana Cantone. La vera storia di un femminicidio social. Con lei hanno collaborato l'avvocato Romina Farace e il giornalista Luca Ribustini.

Nel testo viene ricostruita tutta la vicenda. «Il libro fa emergere una realtà diversa che sarà dibattuta in fase di processo. Tiziana è diventata una vittima della manipolazione maschile e della gogna social, in grado di tramutare il fenomeno del sexting in un femminicidio», scrivono gli autori.

L’obiettivo della donna è restituire dignità alla figlia che - come riporta il Corriere della Sera - descrive «buona, altruista, decisamente empatica, piena di gioia di vivere e molto dolce». Era tutt’altro rispetto a quello che si diceva di lei, che fosse quindi «dai facili costumi, un’aspirante pornostar, usata in tutti i modi, derisa, oggetto di perversioni inimmaginabili».

Maria Teresa Giglio ha spiegato in particolare che sulla vita di Tiziana ha pesato fortemente l’assenza di una figura paterna. «Abbandonata dal padre appena nata ha cercato un uomo al quale affidare il suo futuro». Quest’uomo incontrato nel 2014 sembrava l’amore della vita agli occhi della ragazza, ma il loro rapporto si è rivelato l’inizio della fine. Con “lui”, come lo chiama la donna, ha girato i video che i giudici ritengono lei abbia fatto volontariamente.

La possibilità e la capacità di scelta è proprio uno dei punti su cui la donna si interroga per tutto il libro. «Dove finisce la volontà e dove comincia il plagio? Davvero si può dire libera una donna fragile, che ha paura di perdere l'uomo che pensa di amare se non lo asseconderà?», si interroga il quotidiano.

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