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CINAHuawei, Ren: «Mai spiato per conto del governo cinese»

15.01.19 - 12:56
È scontro tra Canada e Cina
Keystone
Huawei, Ren: «Mai spiato per conto del governo cinese»
È scontro tra Canada e Cina

PECHINO - Ren Zhengfei, fondatore di Huawei, respinge i sospetti secondo cui la compagnia sia utilizzata dal governo cinese per spionaggio: in un raro incontro con i media stranieri, Ren, nel quartier generale di Shenzhen, ha detto che sua figlia e direttrice finanziaria, Meng Wanzhou, arrestata in Canada, dovrebbe essere liberata, ammettendo di sentire la sua mancanza.

«Huawei non ha mai ricevuto alcuna richiesta da alcun governo di fornire informazioni improprie», ha aggiunto l'ex ingegnere militare, nel resoconto del Financial Times.

Nessuno politicizza il caso Schellenberg - La Cina non politicizza il caso di Robert Lloyd Schellenberg, il canadese condannato ieri a morte per traffico di droga, per esercitare pressione su Ottawa e liberare Meng Wanzhou, "Lady Huawei": secondo il Global Times, tabloid del Quotidiano del Popolo, chi pensa il contrario mostra un "pesante disprezzo" dello stato di diritto di Pechino.

All'arresto di dicembre di Meng, direttore finanziario di Huawei, eseguito a Vancouver su richiesta Usa per le presunte attività illecite con l'Iran, hanno fatto seguito gli arresti di due canadesi (l'ex diplomatico Michael Kovrig e l'imprenditore Michael Spavor) per la minaccia alla sicurezza nazionale.

Il premier canadese Justin Trudeau ha espresso ieri "forti preoccupazioni" per il fatto che la Cina abbia "arbitrariamente applicato" la pena di morte. «Qualsiasi cosa il Canada faccia, è lo stato di diritto, ma qualsiasi cosa faccia la Cina non lo è. Le élites canadesi si sentono così nel giusto col doppio standard ed è tempo per loro di svegliarsi da tale narcisismo culturale e di valori», conclude l'editoriale del Global Times.

Trudeau «non rispetta lo stato di diritto» - La Cina ha rispedito al mittente l'accusa del premier canadese Justin Trudeau di aver condannato «arbitrariamente» a morte Robert Lloyd Schellenberg, un connazionale di 36 anni, per il traffico nel 2014 di oltre 222 chili di metamorfine, esprimendo «forte insoddisfazione» e osservando che il rilievo si scontra con «lo spirito di base dello stato di diritto».

«I crimini legati alla droga sono riconosciuti come gravi nel mondo e sono estremamente rischiosi per la società», ha detto in conferenza stampa la portavoce del ministero degli Esteri, Hua Chunying, per la quale «ogni Paese reprime tali reati, come fa la Cina. Tutti sono uguali di fronte alla legge, che è lo spirito dello stato di diritto». Per questo, ha aggiunto la portavoce, «sollecitiamo il Canada a correggere gli errori, rispettare lo stato di diritto e la sovranità giudiziaria cinese e a fermare ogni commento irresponsabile».

Schellenberg è stato condannato ieri a morte dalla Corte intermedia di Dalian dopo una prima condanna a 15 anni di carcere.

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