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INDIABhopal, 34 anni dopo non c'è ancora pace

03.12.18 - 18:16
La decontaminazione dell'area del più grande disastro industriale indiano potrebbe saltare
Keystone / EPA
Bhopal, 34 anni dopo non c'è ancora pace
La decontaminazione dell'area del più grande disastro industriale indiano potrebbe saltare

NEW DELHI - A trentaquattro anni di distanza, i sopravvissuti alla tragedia di Bhopal, la capitale dello Stato del Madhya Pradesh, affrontano un'ennesima sfida: secondo le associazioni dei familiari delle vittime, e dei sopravvissuti, la fusione delle due compagnie Dow-Chemical, la multinazionale che ha acquisito la Union Carbide India Limited, e la DuPont, potrebbe cancellare il sogno di decontaminare finalmente l'area. Lo scrive oggi il quotidiano The Hindustan Times.

Nella notte tra il 2 e il 3 dicembre del 1984 a Bhopal si verificò il primo, e per ora insuperato, disastro industriale indiano, quando nella fabbrica di pesticidi della Union Carbide India ci fu uno scoppio e una fuoriuscita di gas tossico che trasformò l'intera città in una camera a gas.

Dopo il risarcimento per le oltre cinquemila vittime ufficiali, ma secondo Amnesty International i morti furono almeno 25'000, stabilito nel 1989, ed erogato vari anni più tardi, e dopo che un'ulteriore decisione della Corte Suprema aveva ordinato al governo centrale di risarcire ulteriormente le vittime, nel 2004 un cittadino vinse una nuova causa. L'Alta Corte del Madhya Pradesh dichiarò la Dow Chemical responsabile dell'avvelenamento della zona e le ingiunse di decontaminarla.

Nulla però è accaduto da allora; nel 2010, dopo un'altra lunghissima battaglia, un tribunale di Bhopal ha condannato otto dirigenti dell'azienda indiana a due anni di carcere e ad una multa irrisoria. Ma la decontaminazione della sterminata area avvelenata non è mai stata neppure avviata: secondo i rappresentanti delle vittime, la nuova fusione aziendale consentirà, ancora una volta, alla ex Union Carbide India di sfuggire dalla proprie responsabilità.

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