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Per il bambino affetto da linfoistiocitosi emafagocitica primaria si era mobilitato il web. In molti si erano recati a verificare la compatibilità del proprio midollo
ROMA - La storia del piccolo Alex aveva coinvolto l’opinione pubblica. Dopo una prima mobilitazione sui social, in molti si erano recati a verificare la compatibilità del proprio midollo con quello del bambino affetto da linfoistiocitosi emafagocitica primaria. Il piccolo era in cura all’ospedale Great Ormond Street Hospital di Londra, dove era stato detto ai suoi genitori che senza un trapianto non c’erano speranze.
Non avendo trovato un donatore compatibile in tempi brevi, il piccolo di 19 mesi è stato portato a Roma, dove al Bambino Gesù verrà sottoposto a trapianto di midollo da genitore con una metodica di manipolazione delle cellule staminali. Si tratta di una tecnica innovativa, di cui il professor Franco Locatelli, direttore del Dipartimento di oncoematologia, è uno dei maggiori specialisti al mondo.
L’intervento si dovrebbe svolgere a metà dicembre. Per ora il piccolo è in buone condizioni, secondo una nota trasmessa dall'ospedale: «Il trattamento farmacologico in corso, avviato al Great Ormond Street Hospital, sta contribuendo efficacemente al contenimento della malattia, e verrà proseguito presso il nostro Centro fino all'avvio della procedura trapiantologica».
La famiglia ha voluto ringraziare «tutte le persone che hanno voluto sostenere la campagna per la donazione di midollo osseo e invita, da oggi, a un periodo di tranquillità per poter affrontare questi giorni difficili con la maggiore serenità possibile e per consentire ai medici di svolgere il proprio lavoro».
