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FRANCIA"Gilet gialli": un morto e almeno 227 feriti

17.11.18 - 20:00
282'000 manifestanti hanno interrotto le strade francesi per protestare contro il caro-petrolio e le differenze fra città e campagna
Keystone
"Gilet gialli": un morto e almeno 227 feriti
282'000 manifestanti hanno interrotto le strade francesi per protestare contro il caro-petrolio e le differenze fra città e campagna

PARIGI - Nuovo bilancio del ministero dell'Interno francese sulla mobilitazione dei "gilet gialli" che ha bloccato oggi la Francia: i feriti sono 227, dei quali 6 gravi. I fermati sono 117 e per 73 di loro il fermo è stato confermato e restano per questa sera in stato di detenzione.

I blocchi stradali - meglio definiti come "punti di tensione" - sono stati oltre 2000, 282'000 i manifestanti attivi, secondo le cifre fornite. Non sono mancati i momenti di tensione e gli incidenti, oltre alla donna rimasta uccisa in Savoia da una automobilista che ha forzato il blocco presa dal panico. 

Diversi incidenti - Molti incidenti sono avvenuti nel nord. Sulla tangenziale di Besancon, nell'est, un automobilista esasperato dal blocco stradale ha fatto inversione di marcia provocando un incidente con due feriti.

Un altro incidente è avvenuto a Selestat, sempre nell'est del Paese, con un ferito. «Il nostro livello di preoccupazione - ha detto in mattinata il ministro Castaner - è massimo. Abbiamo chiesto ai manifestanti di prendere tutte le misure di prevenzione e sicurezza. Il diritto a manifestare è essenziale in questo Paese, bisogna proteggerlo, ma bisogna anche fare in modo che un'organizzazione minima delle manifestazioni eviti questi drammi».

Anche a Grasse, nel sud, un automobilista ha tentato di forzare uno sbarramento a una rotatoria ed ha investito un poliziotto, rimasto leggermente ferito. L'automobilista è stato fermato. A Grande-Synthe, nel nord, in circostanze simili, sono rimasti contusi due manifestanti.

Respinti con gas lacrimogeni - Ci sono stati anche confronti fra agenti e attivisti. Arrivati a un centinaio di metri dall'Eliseo, i manifestanti sono stati respinti dalla polizia in assetto antisommossa.

Dal fondo della rue du Faubourg Saint-Honoré, dove sorge il palazzo presidenziale, sono stati lanciati dalla polizia alcuni gas lacrimogeni. I manifestanti sono stati respinti verso place de la Concorde dove, a fine manifestazione, si sono temuti incidenti per la presenza di blac block.

Lanci di gas lacrimogeni sono stati lanciati anche a poche centinaia di metri dal traforo del Monte Bianco, tra la Francia e l'Italia, per sgomberare alcune decine di "gilet gialli" che bloccavano completamente l'accesso al tunnel.

L'azione, che ha provocato un'ondata di proteste e panico fra i manifestanti, è stata provocata dal blocco filtrante dei camion e delle auto che, con il passare delle ore, era diventato totale. A quel punto, come da istruzioni del ministero dell'Interno, la polizia è intervenuta.

Tutto è iniziato dal caro-petrolio - Il fenomeno dei "gilets jaunes", è un inedito movimento spontaneo che nella giornata di sabato ha bloccato le strade francesi per una protesta nata contro il caro-petrolio, ma arrivata a contrapporre da una parte i ricchi cittadini e dall’altra la popolazione delle campagne.

Il movimento, nato da un passaparola sul web, conta migliaia e migliaia di persone esasperate che sono scese in strada indossando i giubbini giallo-fosforescente che il codice obbliga a tenere in auto. Il 73% dei francesi, stando a un sondaggio, appoggiano la mobilitazione.

La protesta nasce dalle zone rurali, quelle dove il pieno di benzina pesa di più, sia per i macchinari, sia perché spesso non si può fare a meno dell'auto. Dall'inizio di ottobre il prezzo al barile del petrolio è in discesa, ma le tasse pesantissime sul carburante non consentono ai francesi di fruire del ribasso. I 500 milioni annunciati per aiutare i meno abbienti nella "transizione energetica" dalle vecchie auto più inquinanti a quelle pulite o elettriche non sembrano aver convinto i più esacerbati. La protesta sul prezzo del carburante si è unita a quella contro la pressione fiscale in generale, poi a quella della Francia "del basso" contro i centri metropolitani, più ricchi e potenti. 

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