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«La capacità di sviluppare, mettere a punto e produrre armi chimiche è stata colpita»

FRANCIA/REGNO UNITO«La capacità di sviluppare, mettere a punto e produrre armi chimiche è stata colpita»

14.04.18 - 10:29
La ministra della Difesa francese Florence Parly ha spiegato le azioni compiute in Siria. May: «Attacco giusto e legale»
Keystone
«La capacità di sviluppare, mettere a punto e produrre armi chimiche è stata colpita»
La ministra della Difesa francese Florence Parly ha spiegato le azioni compiute in Siria. May: «Attacco giusto e legale»

PARIGI - «I mezzi navali ed aerei della Francia hanno colpito alle tre di questa notte il principale centro di ricerca di armi chimiche e altri due siti di produzione del programma chimico clandestino del regime di Damasco»: lo ha annunciato la ministra della Difesa francese, Florence Parly.

«La capacità di sviluppare, mettere a punto e produrre armi chimiche è stata colpita», ha aggiunto la ministra.

«Sono state dispiegate nel Mediterraneo fregate multimissione, accompagnate da imbarcazione di protezione e sostegno - ha detto la Parly - al tempo stesso è partito all'inizio della notte un raid aereo da diverse basi aeree in Francia, che ha raggiunto le coste della Siria».

«Questi diversi mezzi - ha detto la ministra - hanno effettuato lanci di missili da crociera in modo perfettamente coordinato, in stretta sincronizzazione con i nostri alleati americani e britannici».

«Non c'è alcun dubbio, in Siria c'è stato un attacco chimico sulla popolazione»: lo ha detto il ministro degli Esteri francese, Jean-Yves Le Drian, intervistato da BFM-TV. «L'analisi - ha aggiunto il ministro - permetterà di identificare il tipo di gas utilizzati».

«Gli obiettivi fissati sono stati raggiunti», ha aggiunto Le Drian, intervistato da BFM-TV sugli attacchi in Siria, e avverte: «Se la linea rossa (di attacchi chimici) sarà di nuovo oltrepassata, ci saranno altri raid, ma penso che la lezione sia stata compresa».

L'Eliseo ha diffuso un video dove si vede la partenza dei caccia Rafale.

May: «Attacco giusto e legale» - La premier conservatrice britannica Theresa May ha definito «legale e giusto» l'attacco di stanotte contro la Siria, giustificandolo sulla base dei «precedenti del regime siriano nell'uso di armi chimiche».

Gli attacchi di stanotte mirano a «dissuadere dal barbaro uso delle armi chimiche in Siria e oltre». Lo afferma la premier britannica Theresa May legando indirettamente i raid al caso dell'avvelenamento a Salisbury dell'ex spia russa e di sua figlia e lanciando così un monito a Mosca. «L'uso recente di un agente nervino nelle strade del Regno Unito è parte di uno stesso cammino», dice, e i bombardamenti sulla Siria «manderanno anche un chiaro segale a chiunque creda di poter usare armi chimiche con impunità».

May ha poi difeso la sua scelta di sfuggire ad un dibattito parlamentare sull'intervento militare, come sollecitato in particolare dall'opposizione laburista, invocando ragioni di tempistica e di sicurezza: «Io credo che sia stato giusto agire come abbiamo fatto e nei tempi in cui lo abbiamo fatto in relazione a valutazioni di sicurezza operativa».

Secondo la premier britannica è stato «un attacco limitato, mirato e con chiari paletti», sottolineando che sono stati colpiti solo obiettivi specifici e insistendo sulle «indicazioni, anche d'intelligence sull'asserita responsabilità di Damasco nel presunto attacco chimico di Duma».

Fonti della sicurezza britannica parlano a loro volta di attacchi «attentamente calibrati», mentre il ministro della Difesa, Gavin Williamson, li definisce «di grande successo e sostiene che in base a tutte le indicazioni si può concludere che il potenziale delle forze governative di Bashar al-Assad è stato indebolito».

La partecipazione britannica all'attacco di stanotte contro la Siria si è limitata a quattro Tornado. Lo ha confermato la premier Theresa May nel briefing tenuto stamattina a Downing Street di fronte ai media.

May ha confermato pure che i 4 jet della Raf hanno lanciato in particolare missili contro una installazione militare siriana a 15 miglia da Homs dove gli alleati occidentali sostengono che Damasco abbia conservato uno stock di armi chimiche in violazione agli impegni presi di fronte all'Opac - e con Russia e Usa - nel 2013.

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