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REGNO UNITOFacebook passò a Kogan «dati su 57 miliardi di amicizie»

22.03.18 - 18:08
È quanto svela oggi il Guardian
Keystone
Facebook passò a Kogan «dati su 57 miliardi di amicizie»
È quanto svela oggi il Guardian

LONDRA - Scricchiola il tentativo di Facebook di scaricare Aleksandr Kogan, il ricercatore al centro dello scandalo sulla raccolta dei dati di 50 milioni di utenti poi passati alla società di consulenza Cambridge Analytica per sospetto uso di propaganda politica.

Il Guardian svela infatti che prima di quell'episodio i rapporti con Kogan erano di tale fiducia che Facebook trasmise all'accademico nel 2011, per «uno studio», dati aggregati su ben 57 miliardi di "amicizie" intrecciate sulla piattaforma di Mark Zuckerberg.

La rivelazione fa impressione, almeno numericamente, per la dimensione dell'interscambio della collaborazione storica fra Kogan e Facebook. Il ricercatore americano, figlio d'immigrati della Moldavia sovietica, ottenne di fatto accesso ai dati - seppure in forma aggregata e anonima - di «tutti i rapporti amicizia stabiliti sul social network nel 2011 in tutti i paesi del mondo».

Una montagna di indicazioni che il giovane accademico dell'Università di Cambridge - impegnato in ricerche sui meccanismi della psicologia collettiva - utilizzò per uno studio internazionale pubblicato poi nel 2015 dall'ateneo inglese in collaborazione con ricercatori delle università americane di Harvard e Berkeley sul tema Personality and Individual Differences.

Studio che Kogan - il quale allora si firmava Aleksandr Spectre, dal cognome di sua moglie - firmò fra gli altri con due ricercatori della stessa Facebook. Non solo: nel comunicato stampa di presentazione Cambridge annunciava il lavoro come un «primo frutto della collaborazione di ricerca fra il laboratorio di Spectre e Facebook».

Christine Chen, portavoce dell'azienda di Zuckerberg, ha tentato di ridimensionare la cosa. Interpellata dal Guardian, ha sottolineato che che quei dati erano «letteralmente numeri», senza «informazioni personali identificabili». Ma per Jonathan Albright, research director del Tow Center for Digital Journalism, «non è comune che Facebook condivida una simile mole di dati»: e dunque si tratta del segno d'uno stretto rapporto di «partnership di fiducia con Aleksandr Kogan/Spectre».

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