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STATI UNITITrump pronto all'interrogatorio sotto giuramento

25.01.18 - 07:13
Secondo il presidente americano il focus del faccia a faccia con il procuratore del Russiagate potrebbe essere l'ostruzione della giustizia
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Trump pronto all'interrogatorio sotto giuramento
Secondo il presidente americano il focus del faccia a faccia con il procuratore del Russiagate potrebbe essere l'ostruzione della giustizia

WASHINGTON - Il presidente americano Donald Trump si dice pronto ad un interrogatorio, sotto giuramento, da parte del procuratore speciale Robert Mueller nell'ambito dell'inchiesta sul Russiagate. Un'apertura ribadita in una conversazione improvvisata con i giornalisti, su cui gli avvocati del presidente intervengono cauti ma possibilisti. E l'ipotesi che emerge è di una deposizione già nelle prossime settimane, entro febbraio o marzo.

«Non vedo l'ora di farlo», ha detto Trump ai reporter nella West Wing in un colloquio a sorpresa, prima di partire per la località grigionese di Davos dove partecipa al Forum economico mondiale (WeF). «Questa è la storia», ha incalzato Trump desideroso di scandire la sua versione, «non c'è stata alcuna collusione, non c'è alcun intralcio alla giustizia e non vedo l'ora». Perché, ha spiegato ancora il presidente Usa, «uno risponde, reagisce e lo si interpreta come intralcio» alla giustizia.

Ma se l'exploit di Trump giunge a sorpresa, dietro le quinte si lavora da tempo visto che, stando al New York Times, gli avvocati del presidente stanno trattando da settimane con la squadra di Mueller un possibile colloquio. È poi Ty Cobb, la 'legal eagle' di Washington cui la Casa Bianca ha affidato la comunicazione esterna sul dossier Russiagate, a chiarire che le parole di Trump devono essere considerate semplicemente come un'indicazione della sua disponibilità ad un incontro. Su dettagli e decisioni ulteriori «sarà guidato dal suo avvocato».

È chiaro tuttavia che al 1600 di Pennsylvania Avenue si è deciso di diffondere un messaggio chiaro nel sottolineare la massima collaborazione con l'inchiesta, anzi «senza precedenti», come sottolinea un documento diffuso poco dopo le parole del presidente con una lista di oltre 20 persone che lavorano alla Casa Bianca per Trump che hanno ad oggi testimoniato volontariamente presso il procuratore speciale Mueller, oltre al fatto che sono stati consegnati - si specifica ancora - oltre 20mila pagine di documenti.

Di suo poi Trump ci mette la sfida con Hillary Clinton, ricordando ancora una volta che l'ex rivale non testimoniò sotto giuramento, come invece è pronto a fare lui. Il riferimento sembra essere alla deposizione fornita spontaneamente all'Fbi dalla ex segretario di Stato poco prima delle elezioni nel 2016.

Intanto prima di partire per Davos Trump ha lasciato in mano alla politica di Washington materiale su cui lavorare in sua assenza sul nodo dell'immigrazione: ha detto infatti di essere pronto a sostenere un accordo che garantirebbe la cittadinanza «in un periodo di 10-12 anni» ai Dreamer, i circa 800'000 immigrati entrati illegalmente negli Usa quando erano minorenni. La sanatoria della loro posizione è la richiesta chiave dei democratici per approvare la legge di bilancio dopo l'ultima breve proroga ma Trump vuole in cambio anche i fondi per il muro con il Messico (25 miliardi), l'abolizione della lotteria dei visti e altri 5 miliardi per misure aggiuntive sulla sicurezza dei confini.

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