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ITALIABlitz contro clan Rinzivillo, 37 arresti

04.10.17 - 07:42
Blitz contro clan Rinzivillo, 37 arresti

ROMA - Una maxi operazione contro il clan mafioso Rinzivillo è in corso in Italia e Germania. Uomini della Guardia di Finanza, della Polizia e dei Carabinieri italiani stanno eseguendo 37 provvedimenti di custodia cautelare nei confronti di altrettanti presunti appartenenti al clan egemone a Gela. Gli arresti sono scattati in Sicilia, Lazio, Lombardia, Piemonte ed Emilia Romagna in Italia, e in Germania. Sequestrati anche beni e società per 11 milioni.

L'indagine delle Divisione distrettuali antimafia di Roma e Caltanissetta è stata coordinata dalla procura nazionale antimafia e antiterrorismo e ha visto la partecipazione della Polizia criminale tedesca che, a Colonia, ha eseguito due ordinanze di custodia cautelare agli arresti domiciliari. I 35 provvedimenti eseguiti in Italia hanno invece visto impegnati oltre 600 tra finanzieri e carabinieri del comando provinciale di Roma e poliziotti della questura di Caltanissetta.

I dettagli dell'operazione saranno resi noti in una conferenza stampa in programma alla Procura nazionale antimafia e antiterrorismo a Roma alle 11.15 alla quale parteciperanno il procuratore nazionale Franco Roberti, il procuratore di Roma Giuseppe Pignatone e il procuratore di Caltanissetta Amedeo Bertone.

Ci sono anche un avvocato romano e due carabinieri tra i 37 arrestati. Nei confronti dei due militari italiani l'accusa è di accesso abusivo alle banche dati delle forze dell'ordine: in sostanza avrebbero passato notizie riservate ai membri del clan, da sempre alleato dei Madonia e con i Corleonesi. L'avvocato sarebbe invece il trait d'union tra i mafiosi e i professionisti.

Clan già decimato nel 2006 - Il clan gelese dei Rinzivillo, di "Cosa nostra", fu decimato nel 2006 con una operazione dei carabinieri, denominata "tagli pregiati", che portò in carcere 79 persone e il sequestro di beni per 20 milioni di euro, tra la Sicilia, il Lazio e la Lombardia. In manette finirono anche sei donne, accusate di avere garantito i collegamenti tra i boss detenuti e i luogotenenti che operavano all'esterno. L'inchiesta antimafia scattò dalla denuncia di un commerciante che denunciò un caso di estorsione.

Con le successive indagini i carabinieri riuscirono ad accertare l'esistenza di un racket delle carni controllato dai Rinzivillo che riciclavano, in aziende del settore alimentare e nell'edilizia, i proventi degli affari illeciti come estorsioni, traffico di droga, usura, caporalato, furti e rapine.

La loro organizzazione aveva stretto alleanze con il clan Santapaola, a Catania, e con le famiglie della 'ndrangheta calabrese in varie regioni d'Italia e perfino all'estero. Anche allora, tra gli indagati, fu fermato un maresciallo dei carabinieri, accusato di avere passato ai clan informazioni riservate.

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