Annullata l'ordinanza della Corte d'appello di Brescia. Secondo i legali di Olindo e Rosa le analisi dimostreranno l'innocenza della coppia
ROMA - La Corte di Cassazione ha stabilito che si devono compiere gli accertamenti su sette elementi che - è la speranza del team di difesa - potrebbero riaprire il caso della strage di Erba.
I giudici romani hanno annullato con rinvio l'ordinanza della Corte d'appello di Brescia, che aveva dichiarato inammissibile la richiesta di incidente probatorio su un capello trovato sulla felpa del più piccolo delle vittime, un accendino, un mazzo di chiavi, un telefono cellulare, un giubbotto e una macchia di sangue. Saranno sempre i giudici bresciani a rivautare la richiesta presentata dai legali di Olindo Romano e Rosa Bazzi, i coniugi condannati all'ergastolo in quanto ritenuti colpevoli della strage.
I difensori della coppia ritengono che «le attuali, moderne e più precise strumentazioni di analisi genetico forense» potranno «permettere di rilevare sui reperti rinvenuti sulla scena del delitto», così da confermare la loro tesi: le tracce sarebbero «riconducibili a diversi soggetti rispetto ai coniugi Romano».