Cerca e trova immobili

ISRAELERamadan di sangue: ucciso (anche) un rabbino

01.07.16 - 20:14
Una brusca impennata negli attentati palestinesi ha inorridito gli israeliani e ha costretto il governo di Benyamin Netanyahu
Ramadan di sangue: ucciso (anche) un rabbino
Una brusca impennata negli attentati palestinesi ha inorridito gli israeliani e ha costretto il governo di Benyamin Netanyahu

TEL AVIV - Una brusca impennata negli attentati palestinesi ha inorridito gli israeliani e ha costretto il governo di Benyamin Netanyahu a convocare domani una seduta straordinaria di sicurezza per mettere a punto misure repressive drastiche.

Le violenze si sono sviluppate di pari passo con la conclusione, nei prossimi giorni, del digiuno islamico del Ramadan: una circostanza che già aveva esasperato gli animi nella Spianata delle Moschee di Gerusalemme.

Oggi due palestinesi a bordo di un'utilitaria hanno crivellato di colpi, presso Hebron (Cisgiordania), l'automobile dove viaggiava una famiglia di israeliani.

All'interno vi erano il rabbino Michael Mark (era alla guida ed è stato ucciso) con la moglie e due figli, che sono sono rimasti feriti. Mark, che dirigeva un collegio rabbinico, aveva 10 figli.

Gli assalitori sono fuggiti. Ieri, sempre nella zona di Hebron, un adolescente palestinese era entrato nell'insediamento di Kiryat Arba nella stanza da letto di una 13/enne israeliana, e l'aveva accoltellata nel sonno prima di essere abbattuto a sua volta da un guardiano.

Sempre ieri un palestinese ha accoltellato due avventori ebrei nel mercato di Natanya (Tel Aviv). Oggi, mentre Netanyahu e il ministro della difesa Avigdor Lieberman erano a Kiryat Arba per una visita di condoglianza, nella vicina Hebron una palestinese si è avventata con un coltello su una agente israeliana della Guardia di frontiera, ed è stata uccisa dal fuoco di reazione.

Poco dopo a Kalandya (Ramallah) si è avuta notizia della morte di un anziano palestinese: intossicato da gas lacrimogeni sparati da soldati, secondo la versione palestinese, o vittima di un arresto cardiaco durante gravi incidenti, come ha replicato una fonte militare israeliana.

Netanyahu ha ordinato la chiusura temporanea della zona di Hebron (dove vivono 700 mila palestinesi) e ha inviato sul terreno altri tre battaglioni di fanteria. Ha anche annunciato che tratterrà ora dai dazi doganali che Israele inoltra mensilmente all'Anp le cifre che Abu Mazen versa da parte sua alle famiglie di attentatori palestinesi.

Ma ai ministri più radicali di Netanyahu ciò non basta. Esigono la demolizione delle case degli attentatori e la espulsione delle loro famiglie in zone per loro remote in Cisgiordania. Il ministro Naftali Bennett (Focolare ebraico) ha anche suggerito l'interruzione di internet a Hebron.

Per Netanyahu e Lieberman - che è alla guida del ministero della Difesa da poche settimane - si tratta di problemi gravi. In particolare devono prendere in considerazione il rischio di attentati di ritorsione da parte di coloni ultrà.

Inoltre ai loro occhi i servizi di sicurezza dell'Anp sembrano in crescente difficoltà di fronte alla nuova generazione dei palestinesi. Esteriormente quei giovani hanno un aspetto occidentale, ma una parte di loro pare votata alla ribellione e a un nichilismo religioso. Negli ultimi giorni, in scontri armati interpalestinesi, in Cisgiordania si sono avuti almeno cinque morti.

Entra nel canale WhatsApp di Ticinonline.
NOTIZIE PIÙ LETTE