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STATI UNITIL'FBI sulla moglie del killer: «Non è co-ispiratrice della mattanza»

15.06.16 - 07:33
La donna potrebbe comunque venire incriminata in quanto «avrebbe accompagnato il marito ad acquistare le armi usate per la strage e in alcuni sopralluoghi al "Pulse"»
L'FBI sulla moglie del killer: «Non è co-ispiratrice della mattanza»
La donna potrebbe comunque venire incriminata in quanto «avrebbe accompagnato il marito ad acquistare le armi usate per la strage e in alcuni sopralluoghi al "Pulse"»

ORLANDO - Nora Salman, la seconda moglie del killer di Orlando, era a conoscenza del piano del marito di attaccare il gay club Pulse. Lo rende noto la Fox citando fonti dell'Fbi, secondo cui la donna potrebbe essere incriminata già domani.

L'Fbi non crede però che Nora Salman, la seconda moglie del killer di Orlando, sia co-ispiratrice dell'attacco al gay club: lo riferisce la Cnn.

La donna lo avrebbe tuttavia accompagnato ad acquistare le armi usate per la strage e per alcuni sopralluoghi al 'Pulse' e anche a Disney. Potrebbe essere incriminata per non aver informato le autorità.

Il killer di Orlando, Omar Mateen, aveva visitato anche un altro locale gay di Orlando, il Revere che ha chiuso i battenti giovedì scorso, poco prima della strage del Pulse. Il proprietario del locale, Micah Bass, ha confermato all'Fbi che Omar Mateen ha visitato il locale varie volte. Bass ha contattato le autorità dopo aver riconosciuto Omar in televisione. Il Revere aveva una capienza di 750 persone, più del Pulse. "Se avesse voluto uccidere più persone avrebbe avuto senso fermarsi qui", afferma Bass sottolineando che uno dei suoi ex dipendenti è fra le vittime della strage.

È inoltre emerso che Matee, avrebbe chiamato un'emittente televisiva locale durante la sparatoria, rivendicando di essere lo sparatore e di compiere il gesto per l'Isis. A prendere la telefonata, 45 minuti dopo che la sparatoria era iniziata, all'emittente New 13 è stato il producer Matthew Gentili. "Non scorderò mai le sue parole" afferma Gentili sottolineando che le prime parole pronunciate dall'altro capo del telefono sono state "sai della sparatoria?". "Sono lo sparatore. Sono io. Sono lo sparatore", riferisce Gentili, precisando che dopo queste prime parole l'uomo all'altro capo del telefono ha iniziato a parlare in arabo. Parlava velocemente. L'ho interrotto per chiedergli di parlare inglese. Ha detto l'ho fatto per l'Isis".

L'Fbi ha interrogato Gentili senza confermare che la telefonata fosse stata fatta propria da Omar Mateen. Ma l'emittente ha incrociato i dati e il numero di telefono da cui è stata ricevuta la telefonata coincide con quello di Omar.

Secondo quanto rivelato da uno dei responsabili delle indagini al Washington Post, la donna tentò di dissuadere il marito dal compiere l'attacco al Pulse club sabato scorso, prima che l'uomo si mettesse in viaggio per Orlando.

Il passato da guardia di sicurezza - Mateen in passato aveva lavorato come guardia alla sicurezza anche nel tribunale della contea di Port St. Lucie nell'ambito delle sue funzioni da dipendente di G4S. Lo riferisce lo sceriffo della contea, Ken Mascara, sottolineando che nel 2013 i commenti di Mateen hanno spinto le autorità a chiedere a G4S di rimuoverlo dal servizio in tribunale. "Abbiamo anche informato i partner federali. Era il periodo in cui l'Fbi ha iniziato la sua indagine su Mateen".

 

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