I pubblici ministeri hanno chiesto altre nove condanne
MILANO - I pubblici ministeri di Milano hanno chiesto la condanna a 9 anni di carcere per Roberto Formigoni: il presidente della regione Lombardia dal 1995 al 2013 era imputato per associazione per delinquere e corruzione nel caso Maugeri, lo scandalo della sanità lombarda.
I pm hanno chiesto altre nove condanne, e in particolare 8 anni e 8 mesi per il faccendiere Pierangelo Daccò e per l'ex assessore lombardo Antonio Simone, molto vicini all'ex governatore della Lombardia.
Nella parte finale della loro requisitoria, in particolare, i pm hanno sottolineato che nelle indagini partite nel 2012 e poi nel processo "abbiamo ricostruito dei fatti gravissimi di corruzione, una corruzione sistemica durata dieci anni. Questo processo - ha aggiunto un pm - dimostra quanto la corruzione sia devastante per il sistema economico, abbiamo avuto qua 70 milioni di euro di denaro pubblico sperperati, con due enti al tracollo, la Maugeri e il San Raffaele, con imprenditori che hanno depredato questi enti e un danno enorme al sistema sanitario".
Secondo l'accusa, infatti, dalle casse della Maugeri sarebbero usciti circa 61 milioni di euro tra il 1997 e il 2011 e dalle casse del S. Raffaele tra il 2005 e il 2006 altri nove milioni di euro. Tutti soldi che sarebbero confluiti sui conti e sulle società di Daccò e Simone, presunti collettori delle tangenti, i quali poi avrebbero garantito circa otto milioni di euro in benefit di lusso, tra cui vacanze, l'uso di yacht e finanziamenti per la campagna elettorale, all'allora governatore lombardo Formigoni. E lui in cambio, sempre secondo l'accusa, avrebbe favorito la Maugeri e il S. Raffaele con atti di giunta garantendogli rimborsi indebiti (circa 200 milioni di euro per la Maugeri).
Secondo i pm, Formigoni, così come Daccò, Simone e altri imputati, non merita la concessione delle attenuanti generiche e deve essere condannato a nove anni di carcere.