Cerca e trova immobili

ISRAELELBrucia vivo un ragazzo arabo. Ergastolo per ultrà ebreo

04.02.16 - 19:29
Il Tribunale distrettuale di Gerusalemme ha inflitto pene severe a due dei tre responsabili dell'atroce uccisione di Mohammad Abu Khdeir. 21 anni per il complice
Brucia vivo un ragazzo arabo. Ergastolo per ultrà ebreo
Il Tribunale distrettuale di Gerusalemme ha inflitto pene severe a due dei tre responsabili dell'atroce uccisione di Mohammad Abu Khdeir. 21 anni per il complice

TEL AVIV - Il Tribunale distrettuale di Gerusalemme ha inflitto pene severe a due dei tre responsabili dell'atroce uccisione di Mohammad Abu Khdeir, il 14.enne palestinese rapito, stordito e bruciato vivo un anno e mezzo fa a Gerusalemme, in quella che tre ultrà ebrei concepirono come un ritorsione per la precedente uccisione di tre adolescenti israeliani da parte di Hamas.

A uno degli ultrà ebrei, all'epoca minorenne, è stato inflitto l'ergastolo mentre il suo coetaneo complice coetaneo dovrà scontare 21 anni di carcere. Quanto al terzo estremista, un uomo di 33 anni, la corte si pronuncerà la prossima settimana su una perizia psichiatrica presentata dalla difesa all'ultimo momento.

Ma all'uscita del tribunale i genitori del ragazzino palestinese erano sconvolti per la decisione dei tre giudici. "Entro 10 anni quegli assassini saranno di nuovo liberi, mentre mio figlio resterà per sempre nella tomba", ha esclamato fra i singhiozzi la madre, Suha. E Hussein, il padre, ha rincarato: "Ai palestinesi condannati per l'uccisione di israeliani viene rasa al suolo la casa e viene annullata la cittadinanza. Perché per questi assassini no?".

A suo tempo l'uccisione di Abu Khdeir sconvolse sia i palestinesi sia gli israeliani, non solo per la sua brutalità, ma anche per la giovanissima età dei protagonisti. Nel frattempo il conflitto fra israeliani e palestinesi si è ulteriormente inferocito e ormai le cronache parlano di continuo di attentatori minorenni.

Anche oggi due ragazze di appena 13 anni, entrambe arabe cittadine di Israele, al grido di "Dio è grande" si sono avventate con coltelli da cucina dalle lunghe lame contro una guardia civile nella stazione degli autobus di Ramle (Tel Aviv) con l'intenzione di uccidere. Sono state però sopraffatte e arrestate. L'uomo è rimasto ferito in modo superficiale.

I giudici di Gerusalemme hanno inoltre ordinato ai due ultrà ebrei di versare ciascuno 30 mila shekel (oltre seimila euro) alla famiglia Abu Khdeir, come indennizzo. Una somma che quella famiglia dice però di non voler assolutamente ricevere. Ad esasperare i genitori di Mohammad vi è anche la sorte del terzo membro della cellula ebraica, Yossef Ben David Haim, un uomo di 33 anni che è già stato riconosciuto dalla Corte colpevole di aver organizzato nei minimi dettagli e poi eseguito la uccisione del ragazzino.

Per l'intero processo Ben David ha taciuto, ostentando un distacco totale da quanto gli avveniva attorno. Ma all'ultimo momento il suo difensore ha prodotto una perizia psichiatrica, curata da un esperto straniero, secondo cui la notte del delitto non era responsabile del proprio comportamento.

La tattica utilizzata dalla difesa ha molto irritato i giudici, che hanno messo agli atti quella perizia ma che si esprimeranno in merito solo la settimana prossima. La famiglia Abu Khdeir teme fortemente che con quell'espediente Ben David riesca a sfuggire al carcere e che in definitiva venga ricoverato in un istituto per malati mentali.

 

Entra nel canale WhatsApp di Ticinonline.
NOTIZIE PIÙ LETTE