I ricercatori hanno seguito per tre anni un gruppo di persone con una diagnosi di disordine bipolare, analizzando il loro sangue ogni tre mesi e trovando diversi geni la cui espressione passa da 'bassa' ad 'alta' quando i pazienti iniziano ad avere pensieri suicidi. In seguito sono state fatte analisi del sangue di persone morte in seguito a suicidio, che hanno confermato l'alto livello dell'espressione degli stessi geni. Infine un'analisi fatta su altri pazienti ha rivelato che quelli con i geni più espressi avevano una probabilità maggiore di finire in ospedale dopo un tentativo di suicidio.
"Quest'ultimo risultato - spiegano gli autori - suggerisce che questi biomarker non entrano in gioco solo quando il suicidio è imminente, ma possono predire anche il rischio a lungo termine. La ricerca ha provato che teoricamente un test del sangue può essere sviluppato, ora però i risultati vanno confermati da studi più ampi che coinvolgano anche le donne, visto che i pazienti analizzati erano tutti uomini".