Cerca e trova immobili

TEHERANIran: Hassan Rohani, il negoziatore delle intese

15.06.13 - 18:34
Iran: Hassan Rohani, il negoziatore delle intese
TEHERAN - Un religioso, ma così moderato da essere sostenuto anche dai riformisti più liberali, ed un ex negoziatore nucleare che ha lasciato un buon ricordo in Occidente: questo è fra l'altro Hassan Rohani, il candidato che ha inaspettatamente vinto al primo turno le elezioni presidenziali in Iran.

Unico religioso e unico moderato in lizza, Rohani ha avuto l'appoggio dei riformisti marginalizzati dopo le proteste del 2009 contro la rielezione di Mahmud Ahamdinejad, accusata di brogli. L'avallo gli è venuto dal leader del movimento, l'ex presidente Mohammad Khatami, cui è considerato vicino per diversi orientamenti. Proprio sotto la presidenza Khatami, era stato negoziatore per il dossier nucleare fra il 6 ottobre 2003 ed il 15 agosto 2005, concordando con Francia, Gran Bretagna e Germania una moratoria dell'arricchimento dell'uranio, l'aspetto più pericoloso del programma nucleare iraniano, e l'applicazione del protocollo addizionale al Trattato di non proliferazione nucleare, che ha aperto la strada alle ispezioni nei siti atomici iraniani.

Ottenne un certo allentamento della pressione internazionale ma l'arricchimento fu poi ripreso nel 2005, dopo le sue dimissioni, da Mahmud Ahmadinejad. I conservatori accusarono velenosamente Rohani di essersi fatto sedurre "dallo charme della cravatta e dell'acqua di colonia" dell'allora ministro degli Esteri britannico Jack Straw.

Rohani, 64 anni, è capo del centro di ricerca del Consiglio per i pareri di conformità, una specie di Corte costituzionale presieduta da Akbar Hashemi Rafsanjani, da cui è appoggiato: pur anziano, l'ex presidente è ancora una potenza politico-economica che secondo alcuni sondaggi avrebbe potuto vincere a mani basse queste elezioni, se non fosse stato escluso dai Guardiani della costituzione, formalmente per questioni d'età.

In linea con quanto fatto da Rafsanjani e Khatami, Rohani potrebbe formare un esecutivo trasversale e pluralista. Il suo colore è il viola ed il simbolo sventolato dai suoi sostenitori è una chiave che ha pure mostrato in tv per sottolineare di poter aprire le porte alla soluzione dei problemi dell'Iran. Il suo desiderio è quello di ristabilire migliori relazioni internazionali, attraverso una "costruttiva interazione col mondo", per portare a un allentamento delle sanzioni internazionali anti-nucleari che piagano l'economia iraniana.

Al tempo stesso strizza l'occhio a chi in Iran ambisce a maggiori libertà sociali, anche per le donne, evocando una "carta dei diritti civili" e quindi una sfida per gli ambienti conservatori. Da buon centrista alla Rafsanjani, il religioso ha anche solide credenziali di rivoluzionario anti-Shah, di protagonista nella guerra degli anni Ottanta contro l'Iraq e di rappresentante del leader Khamenei nel Supremo consiglio di sicurezza nazionale di cui è stato segretario per 16 anni. Per indole e storia quindi, non certo un uomo che vuole rivoluzionare o 'abbattere' il sistema, ma che certo promette di riformare dall'interno.

ATS
Entra nel canale WhatsApp di Ticinonline.
NOTIZIE PIÙ LETTE