Il piano israeliano per i mille nuovi alloggi per coloni è stato reso noto dall'Osservatorio anti-colonizzazione di Gerusalemme e confermato da notizie della tv israeliana Canale 10 riprese da media online locali. Esso riguarda 300 nuovi alloggi nel sobborgo di Ramot, oltre la linea verde che segnava i confini fino alla guerra dei Sei Giorni del 1967, per i quali il governo israeliano intende emettere un nuovo bando sulla base di un più vasto progetto per 3.000 case. Bando autorizzato nei Territori occupati dal premier Benyamin Netanyahu a novembre 2012 come ritorsione contro il riconoscimento della Palestina quale Stato non membro dell'Onu chiesto e ottenuto dall'Anp. Altri 797 alloggi dovrebbero essere invece messi sul mercato a breve dal ministero dell'Edilizia nel sobborgo di Ghilo, nell'ambito di un iter differente.
Questi sviluppi, destinati a suscitare l'ira dell'Autorità nazionale palestinese (Anp), sono stati subito condannati dai pacifisti israeliani di Peace Now. "Nel momento in cui si fanno sforzi per rianimare i negoziati di pace, ecco che c'è già chi cerca d'impedirne il successo sul nascere, costruendo provocatoriamente a Gerusalemme est", ha detto Hagit Ofran.
La questione dell'allargamento degli insediamenti - il cui stop è considerato dall'Anp una precondizione alla ripresa del dialogo con Israele - è un nodo negoziale cruciale, come ha lasciato intendere per ultimo anche il segretario di Stato Usa, John Kerry, protagonista nei giorni scorsi di una missione nella regione.