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La nuova paura americana: un mondo con i neri al posto dei bianchi

Si chiama teoria della "grande sostituzione". È un timore avvertito da una diffusa parte della popolazione bianca
Si chiama teoria della "grande sostituzione". È un timore avvertito da una diffusa parte della popolazione bianca

AFPLa strage al Tops Friendly Market

La strage razzista - La strage al Tops Friendly Market di Buffalo si è svolta in diretta su Twitch. Il suo autore Payton Gendron, diciottenne suprematista bianco e antisemita, come lui stesso ama definirsi, ha filmato in diretta il suo arrivo al parcheggio del supermarket, la preparazione dell’arma, un fucile Ar-15, e l’assalto al negozio dove ha ucciso dieci persone. Dieci vittime, la cui unica colpa, dal punto di vista di Gendron, era di essere afroamericane. Nel video, si vede il giovane assassino, che la polizia riferisce fosse pesantemente armato e dotato di protezioni di tipo militare, che spara a bruciapelo alle persone presenti nel supermarket scelto proprio perchè situato in un quartiere di Buffalo, nello stato di New York, a maggioranza afroamericana. A sottolineare l’intento razzista, il diciottenne suprematista bianco ha anche scritto l’odiosa parola ‘negro’ sulla canna del proprio fucile. Sul perchè di una strage tanto assurda non c’è neanche da interrogarsi dato che è stato lo stesso Gendron a spiegarla dettagliatamente in un manifesto suprematista-complottista di ben 106 pagine, pubblicato in rete, giovedì 12 maggio, alcuni giorni prima del fatto. “Voglio che capiate-aveva scritto il giovane-una sola cosa da questo scritto. Devono cambiare i tassi di natalità dei bianchi. La popolazione bianca diminuisce. Per mantenere la sua popolazione bisogna arrivare a un tasso di fertilità che nell’Occidente dev’essere di circa 2.06 figli per donna”. Sarebbe troppo facile, anche questa volta, bollare la strage come un crimine d’odio compiuto da un ‘lupo solitario’, termine usato per descrivere una persona che agisce senza l’aiuto di complici. La diretta social ci parla di qualcuno che era ben consapevole di non agire da solo ma di avere un pubblico di persone con cui condividere le stesse idee complottiste sul pericolo della sostituzione etnica dei bianchi da parte della popolazione afroamericana.

AFPLa strage di El Paso è avvenuta il 3 agosto 2019 nella città texana di El Paso, negli Stati Uniti d'America: nella sparatoria, compiuta all'interno di un centro commerciale Walmart, sono rimaste uccise 22 persone mentre altre 24 sono rimaste ferite

Stragi e attentati per spiegare una teoria - Tale teoria, presente anche in Europa dove il pericolo è rappresentato dalle persone migranti, si basa sulla paura, avvertita da una diffusa parte della popolazione bianca statunitense, di trovarsi in minoranza rispetto ad altre etnie. Una paura che ha avuto gioco facile nel diffondersi da quando, nel 2016, l’ufficio di censimento degli Stati Uniti ha registrato una maggior nascita di bambini non bianchi. Le origini della teoria della ‘grande sostituzione’ sono incerte ma è stata citata da diversi autori di stragi o crimini a sfondo razzista quale giustificazione degli stessi, come nel caso del responsabile dell’attentato alla sinagoga di Pittsburgh, nel 2018, contro quella di San Diego, nel 2019, o nell’attentato di El Paso, dell’agosto del 2019, dove il suo autore disse di aver preso di mira persone ispaniche o latinoamericane. Sembra inoltre che Payton Gendron, nell’organizzare e compiere la propria strage, si sia ispirato a Brenton Harrison Tarrant, l’assassino che nel marzo del 2019 a Christchurch, in Nuova Zelanda, attaccò una moschea ed un centro islamico uccidendo 50 persone, ispirato anch’egli dalla teoria della ‘grande sostituzione’.

Lo strano caso di ‘Scegliete: separati o bastardi’  - Come detto è difficile risalire all’esatta origine di tale teoria complottista, ma uno dei primi testi in cui viene citata è il libro, pubblicato nel 1947, ‘Scegliete: separati o bastardi’ di Theodore Bilbo, un senatore democratico americano e governatore dello Stato del Missouri nei primi anni del Novecento. Secondo Bilbo la “razza caucasica”, ritenuta superiore rispetto alle altre “razze”, avrebbe finito, non solo per perdere il proprio primato, ma addirittura per scomparire “se non si fosse fermata la politica di integrazione degli immigranti”. Tali teorie, propagandate da Bilbo, nel corso della sua intera carriera politica, vennero criticate aspramente dalle correnti politiche più liberali dell’epoca che le bollarono come totalmente infondate.

Due romanzi di fantascienza -  Se l’opera di Theodore Bilbo rappresenta il primo esempio di libro in cui si parla di tale teoria, la sua massima diffusione si deve, però, a due romanzi che, negli anni ’70, la fecero conoscere ad un più ampio pubblico. Il primo si intitola ‘Il campo dei santi’ e venne scritto dal francese Jean Raspail nel 1973. Il romanzo è ambientato in un futuro distopico nel quale l’Europa viene invasa da delle popolazioni, descritte come selvagge ed inferiori, provenienti dall’India che causano la scomparsa dei popoli europei. Il secondo romanzo, intitolato ‘The Turner diaries’ venne scritto, nel 1978 dall’americano William Luther Pierce. In esso viene narrato lo scoppio di una guerra civile che vede contrapposta la “razza bianca caucasica” a tutte le altre etnie. Come spesso accade con le teorie complottiste, quanto contenuto nei due libri prima citati, che doveva rimanere confinato nell’ambito della fantascienza, venne poi riscoperto e pubblicizzato da discussi studiosi ed intellettuali di estrema destra che ne trassero ispirazione per elaborare la teoria della ‘grande sostituzione’. Tale nome venne coniato dall’accademico francese Renaud Camus che, nel 2011, scrisse un libro intitolato ‘La grande sostituzione: introduzione al rimpiazzo globale’, nel quale si vaticinava il pericolo per la popolazione francese di vedersi sostituita da persone immigrate dalle ex colonie. I termini usati da Camus per descrivere tale stato di cose sono molto estremi e l’intellettuale francese arriva a bollare le persone immigranti come dei “colonizzatori” e il mescolamento delle etnie e culture diverse “come simile al genocidio degli ebrei compiuto dai nazisti”.

Il piano Kalergi - La teoria della ‘grande sostituzione’ ha molti punti in comune con un’altra teoria complottista diffusa in Europa denominata ‘piano Kalergi’, inventata dal neonazista e negazionista austriaco Gerd Honsik, che la menzionò per la prima volta in un suo libro del 2005. Honsik, morto nel 2018, era stato condannato più volte per la sua apologia al partito nazista e per aver negato, in più occasioni, il genocidio degli ebrei ad opera di quest’ultimo. Nell’opera di Honsik si sosteneva la teoria per la quale Richard Nikolaus Eijiro, conte di Coudenhove-Kalergi, politico e filosofo austriaco, avrebbe elaborato un piano per operare una sostituzione etnica delle popolazioni europee al fine di esercitare sulle stesse un più stretto controllo. La verità è che Kalergi, negli anni ’20 del Novecento, aveva pubblicato un ‘Manifesto Pan-Europeo’ in cui veniva proposta la creazione degli Stati Uniti d’Europa, per far sì che i Paesi europei potessero collaborare maggiormente tra di loro mettendo da parte le rispettive differenze.

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Una popolazione meticcia debole e facilmente manipolabile - Quanto sostenuto da Kalergi è stato poi ripreso e travisato da Honsik, il quale ha invece ritenuto che ci fossero delle élite politiche ed economiche occidentali interessate ad introdurre un numero sempre maggiore di migranti nel continente europeo, in modo da avere a disposizione dei potenziali lavoratori a basso costo. La mescolanza di tali persone con la popolazione europea darebbe vita ad una popolazione meticcia debole e facilmente manipolabile. Gli scambi e gli spostamenti delle persone all’interno del Continente europeo sarebbe quindi all’origine dell’aumento di tale meticciato che rende la popolazione più semplice da governare e manipolare. Da qui, l’esigenza di contrastare, in tutti i modi possibili, il fenomeno migratorio che rischia seriamente di far scomparire le popolazioni europee. Secondo il filosofo austriaco Karl Popper, le teorie del complotto rappresentano una forma di superstizione primitiva che indica l’incapacità di comprendere che gli eventi sociali sono determinati da una serie di processi e fattori del tutto indipendenti dalla volontà di un singolo e onnipresente volere.

La paura della diversità - Il sociologo Edgar Morin, nel 1971, aveva poi aggiunto, a tale proposito, che tali teorie nascessero con più frequenza in periodi di grande cambiamento nella struttura demografica delle città, di modernizzazione dell’economia o del ruolo della donna nella società, o con l’affermarsi di nuove identità di genere. Un periodo di forte tensione economica, politica e sociale, come quello attuale, si è dimostrato essere un terreno molto fertile per la nascita di numerose teorie complottiste come quella della “grande sostituzione” in nome della quale sono già morte centinaia di persone. Sono tempi in cui la diversità spaventa, e chi uccide pensa di doverlo fare per proteggere un proprio ristretto gruppo di appartenenza. Un ‘noi contro tutti’ che semina morte, fosse anche in un normalissimo pomeriggio di spesa al supermarket.


Appendice 1

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