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REGNO UNITOScandali sessuali a Westminster

17.05.22 - 06:30
Molestie, ministri che guardano filmati porno in aula, corruzioni in cambio di favori ambigui.
AFP
Scandali sessuali a Westminster
Molestie, ministri che guardano filmati porno in aula, corruzioni in cambio di favori ambigui.
Cosa sta succedendo nel parlamento britannico?

LONDRA - Come se non bastasse la crisi internazionale con una guerra in corso a est e i rapporti tesi del mondo occidentale, Gran Bretagna compresa, con la Russia di Putin, l’isola di Albione si rivela ancora una volta terra di scandali. Stavolta le beghe della Royal Family non c’entrano.

Uno scandalo dietro l'altro - Dal Partygate al Pornogate, il Parlamento britannico non sembra conoscere tregua. Uno scandalo via l’altro. Tre ministri conservatori e due ministri ombra - che nel sistema politico britannico seguono gli stessi incarichi dei loro corrispettivi nel governo ma dalla parte dell'opposizione - sono stati accusati di molestie sessuali. In Parlamento in totale sono cinquantasei i deputati segnalati all’Independent Complaints and Grievance Scheme (Icgs), su un totale di 70 denunce.

In passato, sempre per molestie sessuali, si era dimesso il ministro della Difesa del governo britannico May Michael Fallon ed era stato arrestato il deputato conservatore Charlie Elphicke. Ad aprile il ministro conservatore Imran Ahmad Khan si è dimesso dopo essere stato condannato per aver aggredito sessualmente un ragazzo di 15 anni nel 2008. David Warburton, suo collega, è stato sospeso dall’incarico di capogruppo per il suo coinvolgimento in uno scandalo di cocaina e molestie.

Corruzione e favori sessuali - Adesso invece, al centro ci sarebbero sia dei commenti a sfondo sessuale, ma anche denunce più serie. Secondo quanto riportato dal Sunday Times, una di queste denunce includerebbe un reato e riguarderebbe un parlamentare. Costui avrebbe corrotto un membro dello staff in cambio di favori sessuali.

Ma non è tutto. Un deputato, la cui condotta è stata rivelata dai giornali Daily Mirror e Sun, sarebbe stato accusato di avere guardato video porno sul telefonino mentre si trovava alla Camera dei Comuni ed è ora sotto inchiesta da parte del Partito conservatore del premier Johnson. Il deputato in questione avrebbe guardato un porno sul proprio cellulare mentre si trovava in aula e con a fianco una viceministra. Quest’ultima, scandalizzata, avrebbe rivelato l'accaduto ad altre colleghe di partito.

Il capogruppo conservatore Chris Heaton-Harris ha aperto un’indagine interna. “Questo comportamento è assolutamente inaccettabile e verranno presi provvedimenti”, ha garantito. Ma il partito conservatore non è nuovo a simili scandali sessuali a Westminster. Nel 2017, per esempio, il “primo segretario di Stato” Damian Green, uno dei più fedeli alleati di Theresa May, venne beccato a guardare porno sul suo computer di lavoro nell’ufficio del Parlamento, e poi costretto a dimettersi per aver detto il falso.

Sessismo e machismo - Secondo diversi resoconti di parlamentari, inoltre, gli episodi di sessismo e abuso da parte dei maschi nei confronti delle colleghe sarebbero tutt’altro che una rarità.

Ma è stato lo stesso premier Boris Johnson a prendere le distanze «le molestie sessuali sono intollerabili e sicuramente motivo di esclusione». Il ministro ombra laburista che si occupa di violenza domestica, Jess Phillips, ha definito il numero di denunce “sconvolgente” e chiesto di istituire un gruppo di esperti che possano lavorare sul problema.

Insomma il problema è reale. Ma pare ci sia la voglia di risolverlo, nelle parole e nei fatti. Anche e soprattutto per questo, nel 2018 nacque l’Independent Complaints and Grievance Scheme (Icgs) in seguito al movimento “Me Too” e allo scandalo di Westminster, quando vennero a galla numerosi casi di molestie sessuali che, come detto, si tradussero nelle dimissioni di Fallon e all’arresto di Elphicke. Ma forse c’è ancora tanta strada da fare.

Come Sharon Stone, Angela confonde Boris
Tra tutti gli scandali a sfondo sessuale che stanno travolgendo il gabinetto del Primo ministro inglese è diventato “virale” il caso scoppiato intorno ad Angela Rayner, vice del leader dell’opposizione Keir Starmer. La sua colpa sarebbe presentarsi a volte in aula indossando gonne corte. Ma non finisce qui. Un anonimo deputato conservatore avrebbe infatti rivelato al Mail On Sunday che la scelta del vestiario della Rayner sarebbe stata scientemente studiata con l’intenzione di distrarre Boris Johnson durante il Question Time alla Camera dei Comuni, accavallando le gambe alla maniera resa celeberrima da Sharon Stone in una scena cult di Basic Instinct. L'illazione ha scatenato un putiferio contro il tabloid. Tra cui anche alcune importanti giornaliste. Lei Angela Rayner ha denunciato: "Le donne in politica subiscono ogni giorno sessismo e misoginia. E io sono una delle tante".

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