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TEL AVIVSedotte e derubate. La truffa corre su Tinder

15.02.22 - 06:00
È il re delle frodi sentimentali. Adescava donne sull'app di incontri e poi le raggirava facendosi spedire soldi.
AFP
Shimon Hayut
Shimon Hayut
Sedotte e derubate. La truffa corre su Tinder
È il re delle frodi sentimentali. Adescava donne sull'app di incontri e poi le raggirava facendosi spedire soldi.
La storia di Shimon Hayut ora su Netflix con un documentario che sta facendo discutere.

TEL AVIV - Il mondo virtuale è un universo sconfinato. Come nella realtà esiste il bene e il male. Anche dietro grandi idee che poi si trasformano in business. E se per ogni notizia la rete veicola anche una o più fake news, altrettanto capita con le tante app utili e futili che spesso nascondono piccole e grandi truffe.

Il re delle truffe - È stato così anche per il 31enne israeliano Shimon Hayut, re delle truffe sentimentali su Tinder, la nota app per incontrare l’amore, l’anima gemella. Si faceva chiamare «il principe dei diamanti», ora è più noto come «the Tinder Swindler», «il truffatore di Tinder», appellativo che è persino diventato il titolo di un documentario sbarcato con successo su Netflix.

Il truffatore di Tinder adescava donne giovani e belle sulla nota applicazione per appuntamenti presentandosi come Shimon Leviev, figlio del magnate dei diamanti Lev Leviev. Magnate esistente davvero. Che poi seduceva regalando loro lussuose cene e improvvisi viaggi su jet privati. Poi una volta che le donne finivano in questo strano gorgo psicologico sentimentale ecco la richiesta di prestiti, spesso ingenti. La motivazione? Sosteneva di essere vittima di non ben precisati cartelli criminali di questo e di quel paese, quasi sempre il Sudamerica o Sudafrica. I soldi che riusciva quasi sempre a scucire alle sue inconsapevoli vittime venivano poi in parte reinvestiti in nuove truffe verso altre sfortunate donne che ci cascavano. Insomma un giochetto che, secondo le polizie di mezzo mondo che gli hanno dato la caccia, gli ha fruttato circa qualcosa come 8 milioni di euro.

Le tre vittime - A raccontare la vicenda vissuta attorno al 2019 sono state tre vittime: Cecilie Fjellhøy, Ayleen Koeleman e Pernilla Sjohol. Cecilie è stata la prima che ha innescato il meccanismo di denuncia di Simon Leviev; norvegese, ha conosciuto il truffatore a Londra dove vive, nel lussuoso hotel a 5 stelle Four Seasons. Nello stesso il truffatore l'ha invitata a seguirlo nel suo Jet privato. La truffa ai suoi danni è stata di circa 200.000$. “Con Shimon si è subito creato un legame, era intelligente, simpatico, elegante…” ha detto Cecilie che a causa della truffa considerevole e dell'inganno subito ha avuto tendenze suicide e si è servita di un sostegno psicologico per elaborare la situazione.

Pernilla, svedese, è la seconda vittima che compare in The Tinder Swindler. Si tratta di una ragazza svedese. A differenza di Cecilie, non ha mai avuto una relazione d'amore con Simon Leviev, ma solo di amicizia. Ma in ogni caso è caduta nella sua truffa, per circa 45.000$. Ayleen è la terza vittima del docufilm. Una ragazza olandese, di Amsterdam e ha frequentato Simon Leviev per 14 mesi: è stata truffata per una cifra complessiva di 140.000$. Lei almeno, oltre la denuncia, si è presa una piccola rivincita sul suo carnefice: con una scusa si è fatta dare i vestiti di brand di lusso posseduti da Simon e poi li ha rivenduti online trattenendo i profitti. Le tre ragazze hanno anche aperto una sottoscrizione sulla pagina GoFoundMe per rientrare dei soldi persi.

E lui? Già arrestato in Grecia nel 2019, condannato a 15 mesi prima di uscire per buona condotta, rinnega tutto: «Sono tutte bugie. Mi hanno usato per la mia vita, hanno ricevuto regali costosi e tutto il resto. Quando ho chiesto aiuto hanno accettato di aiutarmi e sanno che ho dei problemi». Intanto Tinder ne ha cancellato il profilo. Non si sa mai. Hayut oggi vive da uomo libero e ha un profilo Instagram con circa 100k follower.

Bumble, Badoo, Fruitz, Grindr... e le altre: una babele di frustrazione

Un’escalation senza fine. Dal 2014 a oggi. Si chiama Bumble, un’app di incontri che fa concorrenza a Tinder. Ma con una grossa novità: ribalta i rapporti di forza, visto che è solo la donna ad avere il potere di fare la prima mossa. La fondatrice e amministratrice delegata è Whitney Wolfe Herd, che ha lanciato l’app nel 2014 dopo aver lasciato proprio Tinder ed aver fatto causa alla società per discriminazione e molestie sessuali. Bumble, di cui fa parte anche Badoo, ha annunciato l’acquisizione di Fruitz, una dating app francese, con cui si pone l’obiettivo di entrare nel mercato svizzero, oltre che belga, olandese e spagnolo. Ed ora può competere ad armi pari con con Match Group, che possiede le app rivali Hinge, Tinder e OKCupid. E anche per i gay c'è l'imbarazzo della scelta: Grindr, Hornet, Scruff, Romeo. Gli psicologi stanno già parlando di un nuovo malessere: la cosiddetta dating fatigue, termine coniato dalla giornalista francese Judith Duportail che su questo fenomeno ci ha scritto un libro. I sintomi? Delusione, sfiducia, stanchezza e frustrazione.  E tutto ciò per colpa del tanto tempo perso dietro alle chat, dal comportamento incivile di sconosciuti e della pratica del ghosting, ovvero sparire senza lasciare traccia da un giorno all'altro.  

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