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UNIONE EUROPEAUn fallimento da oltre 100 milioni di euro chiamato app di tracciamento dei contatti

21.01.22 - 06:00
Solo il 5% dei casi è stato confermato dai vari strumenti in uso nell'Unione europea
Depositphotos (firn)
Rapporto costi-benefici fallimentare per le app di tracciamento dei contatti nell'Unione europea.
Rapporto costi-benefici fallimentare per le app di tracciamento dei contatti nell'Unione europea.
Un fallimento da oltre 100 milioni di euro chiamato app di tracciamento dei contatti
Solo il 5% dei casi è stato confermato dai vari strumenti in uso nell'Unione europea

BRUXELLES - Ogni Paese ha la sua, ma tutte sono accomunate dal fallimento. Parliamo delle app del tracciamento dei contatti per il Covid-19 adottate dai vari membri dell'Unione europea. Strumenti del tutto simili alla svizzera SwissCovid, che il 25 giugno 2022 festeggerà il suo secondo compleanno.

Tanti download, ma poi... - Queste app dovevano essere uno strumento essenziale per interrompere la catena dei contagi, ha spiegato Álvaro Merino su El Orden Mundial. I vari governo hanno speso milioni nel loro sviluppo e poi hanno approntato campagne mediatiche per indurre la popolazione a scaricarle. Questa fase del processo è stata di successo: si è assistito a dei veri boom di download nell'immediato. Però «quando i cittadini si sono resi conto dell’inefficacia delle applicazioni, oltre che del loro consumo di memoria e di batteria, si è fermato il loro utilizzo».

Uno su 25 - Non si è così raggiunta, tranne che in Irlanda, la percentuale del 60% che veniva giudicata dagli esperti come necessaria affinché l'app fosse efficace. Anche abbassando drasticamente la soglia, come è stato fatto in seguito, il risultato non cambia: «solo un europeo su 25 ha riportato la positività attraverso le applicazioni di tracciamento. È la storia di un’enorme opportunità mancata e, in alcuni casi, di uno spreco di soldi» osserva l'autore dell'analisi.

Spesi oltre 100 milioni - Gli Stati membri dell'Unione europea hanno speso complessivamente poco meno di 106 milioni di euro, secondo le cifre raccolte da El Orden Mundial. Questo senza aggiungere i costi di pubblicità e i costi di manutenzione per le app sviluppate gratuitamente e poi donate ai governi (come Immuni in Italia).

Una media del 5% - Un investimento corposo, per risultati meno che modesti: 1,82 milioni di casi sono stati notificati, pari a solamente il 5% dei contagi da coronavirus rilevati complessivamente nel periodo preso in esame (fino a novembre 2021). Si tratta ovviamente di una media: in Danimarca la percentuale di successo nell'allertare i contatti stretti è stata del 26%, mentre in Finlandia si è arrivati al 16% e in Germania al 14%. Si tratta comunque di migliaia di potenziali contagi evitati, anche se «mancano ancora studi che ci diano un’indicazione reale dell’impatto di questa tecnologia sull'andamento della pandemia».

Mancanza di fiducia nel governo - Infine c'è la questione privacy, che è sempre stata il più grande scoglio all'adozione delle app di tracciamento. «I cittadini non hanno riposto fiducia nei loro governi e molti vedono questi strumenti come un mezzo di sorveglianza e controllo» osserva Merino. La stessa conclusione dello studio pubblicato in estate dal Centre for Economic Policy Research: «Anche se si accetta che i dati personali siano sotto il controllo delle aziende online, la maggioranza dei cittadini non sembra felice di condividere i propri dati per l’interesse pubblico».

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