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ITALIATanti controlli, poche infrazioni

10.01.22 - 23:11
La prima giornata del green pass rafforzato in Italia è filata via liscia: «Pochissime le multe comminate».
Keystone
Fonte ats ans
Tanti controlli, poche infrazioni
La prima giornata del green pass rafforzato in Italia è filata via liscia: «Pochissime le multe comminate».
Sono invece molti gli italiani che hanno ceduto e si sono fatti vaccinare, tanto che negli ultimi giorni si è verificata una crescita di prime dosi.

ROMA - Prime multe e disagi contenuti per il debutto in Italia dell'obbligo di green pass rafforzato che colpisce i no-vax irriducibili negli spostamenti (bus, treni, aerei), nella vita sociale (bar, ristoranti, cinema, teatri, musei) e in quella sportiva (piscine, palestre, palazzetti, stadi). La stretta, prevista dal decreto legge dello scorso 29 dicembre, ha determinato negli ultimi giorni una crescita delle prime dosi di vaccino: anche ieri, in una giornata di basse somministrazioni come è solitamente la domenica, ce ne sono state 61mila rispetto alle 42mila della domenica precedente.

A pesare sulla fluidità della circolazione nel lunedì della ripresa delle scuole anche i buchi negli organici causati dal dilagare di Omicron: Trenitalia ha cancellato per questo motivo 180 treni regionali. Il ministro delle Infrastrutture e della Mobilità sostenibile Enrico Giovannini ha parlato però di «quadro confortante». Tra mezzanotte e le 14, ha spiegato, «Trenitalia ha effettuato controlli su oltre 10mila persone: 197 non avevano il green pass rafforzato» e sono state «allontanate o dalle piattaforme o, in due casi, dal treno. Siamo all'1,9% di allontanamento, una percentuale in linea anzi più bassa di quando è entrato in funzione il green pass ordinario, quando era il 3%».

Anche per il trasporto locale sono stati predisposti appositi piani di controllo. A Roma in campo mille uomini tra forze dell'ordine e polizia locale oltre a 250 controllori dell'Atac per le verifiche ai capolinea, nelle stazioni e nelle aree a rischio assembramento della città. Proprio a Termini è stata elevata la prima multa a un ragazzo che usciva dalla metropolitana senza mascherina ffp2. Sanzione anche per un 39enne beccato su un autobus senza super green pass: 400 euro, ridotti a 280 se viene pagata nel giro di due giorni.

A Napoli qualche malumore tra i passeggeri ma nessuna particolare criticità. A Torino verifiche in particolare agli ingressi della metropolitana di Porta Nuova e Porta Susa, le due principali stazioni ferroviarie del capoluogo piemontese, dove vengono anche consegnate gratis mascherine Ffp2 a chi ne è sprovvisto. Nelle prime due ore di controlli le multe sono state soltanto due. A Milano tra la gente che scende dai treni, si stima nel 5% la quota dei viaggiatori sprovvisti della corretta mascherina.

In mattinata a Messina file agli imbarcaderi davanti al molo San Francesco per i controlli del certificato verde. Protesta il sindaco del capoluogo, Cateno De Luca. «Caro Presidente - scrive in una lettera inviata al premier Mario Draghi - non mi costringa a bloccare lo stretto di Messina! Sono pronto a farlo subito se non cambiate la norma che avete fatto. Nessun green pass può violare la continuità territoriale con la Sicilia». Sul piede di guerra anche le isole minori, cui comunque il Governo ha concesso una deroga all'obbligo del green pass rafforzato fino al 10 febbraio, limitata però a motivi di studio e di salute. Sei Comitati sono scesi oggi nei porti, da Carloforte a La Maddalena, dalle Eolie a Ischia e all'Elba, uniti dallo slogan «Isolani sì, isolati mai. Ridateci la nostra strada».

Anche nei locali, dove gli esercenti si erano attrezzati con dehors e tavolini all'aperto per non perdere i clienti non vaccinati, la novità ha avuto un impatto. Ora, lamenta il direttore del bar e forno Maria Marinoni di piazzale Cadorna a Milano, «devo chiedere il green pass a tutti, non solo a quelli che consumano dentro e questo è un grande disagio, oltre che una grande perdita di tempo per noi e per i clienti». Analoga la situazione a Roma. Per il presidente della Fiepet Confesercenti della Capitale, Claudio Pica, «le attività più piccole hanno difficoltà con il personale da adibire alle verifiche». Il motivo è anche collegato alle assenze di lavoratori che sono «contagiati o in quarantena. Stiamo valutando di acquistare lettori automatici dei Green pass da mettere agli ingressi, che magari misurino anche la temperature». A Napoli Ulderico Carraturo, che gestisce la storica pasticceria, racconta che se «al tavolino del bar è più facile controllare il green pass, più duro è il controllo al bancone, a chi entra per stare tre minuti, bere un caffè e andare via».
 
 

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