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RUSSIAAnche nella tempesta lo "Sputnik" non decolla

10.12.21 - 06:00
Questione di (scarsa) fiducia o opportunità? Il vaccino russo fatica in casa e "prende polvere" sulle scrivanie dell'EMA
AFP
Anche nella tempesta lo "Sputnik" non decolla
Questione di (scarsa) fiducia o opportunità? Il vaccino russo fatica in casa e "prende polvere" sulle scrivanie dell'EMA
La campagna vaccinale in Russia non riesce a sbloccare il freno neanche nel momento più critico della pandemia. La popolazione completamente vaccinata arriva solo a quota 41%.

MOSCA / AMSTERDAM - L'idea che un qualcosa che è stato battezzato "Sputnik" sia incapace di decollare fa un po' sorridere. Ha il sapore tipico del paradosso. Eppure è questa la sorte che sta toccando al vaccino anti-Covid russo. Il primo al mondo a essere registrato (oltre 15 mesi fa); gettonatissimo dagli scettici della prima ora nelle prime fasi delle campagne vaccinali (anche alle nostre latitudini) ma che, nonostante la "grancassa" di propaganda da parte dei suoi creatori, ancora non ha incassato grande fiducia. E non solo "in trasferta", ma anche all'interno dei confini russi.

Basta fare un giro sulle pagine web dell'Agenzia europea per i medicinali (EMA) e si può vedere che i faldoni della pratica "Sputnik V" occupano un posto sulle scrivanie dell'ente comunitario dallo scorso 4 marzo, data in cui ha preso il via ufficialmente la procedura di "rolling review", ovvero di revisione clinica del vaccino vettoriale di produzione russa. Aprile, maggio, giugno. I documenti della sperimentazione però non arrivano in quel di Amsterdam e i tempi si dilatano. Si arriva così allo scorso ottobre, con l'EMA che - stando a una fonte anonima citata da Reuters - stabilisce, non avendo gli incarti necessari sotto mano, di rinviare tutto al prossimo anno.

«Il migliore e il più sicuro»
Se le carte non arrivano, i proclami al contrario non smettono invece di fluire. Quelli più freschi risalgono solo a poche ore fa. «Gli ultimi dati indicano che» lo "Sputnik V" «è il migliore, il più efficace e il più sicuro tra i vaccini» anti-Covid «al mondo». Parole e musica - riportate dall'agenzia TASS - sono di Kirill Dmitriev, l'amministratore delegato del Fondo russo per gli investimenti diretti (RDIF) che ha finanziato lo sviluppo del vaccino da parte del Centro Gamaleya. E sono toni che ricalcano quelli utilizzati sul profilo ufficiale di Twitter del vaccino russo, che è diventata una vera e propria macchina di propaganda, con tanto di post sponsorizzati a pagamento. Il tutto mentre, in parallelo, una "coalizione" di siti web legati ai servizi di intelligence di Mosca - stando a un reportage del Wall Street Journal - attuava una campagna in rete per minare la fiducia nei vaccini a mRNA, picconando a colpi di disinformazione e fake news soprattutto quello targato Pfizer/BioNTech.

Ma in Russia...
Il «vaccino migliore al mondo» non sembra però godere di una particolare fiducia neanche tra le mura di casa. E in effetti le cifre della campagna vaccinale russa sono tutt'altro che invidiabili e ben inquadrano la difficile situazione epidemiologica che il Paese sta attraversando da molte settimane: dagli ultimi giorni di ottobre non si è praticamente più scesi al di sotto della soglia dei mille morti al giorno. Agli inizi di quello stesso mese, in Russia risultava completamente vaccinato il 30% dei cittadini. A poco più di due mesi di distanza si è saliti solo al 41%. Ma la "colpa" potrebbe non essere un'esclusiva dello "Sputnik V", anche se questo è praticamente l'unica via disponibile per chi vuole vaccinarsi nel Paese. In che senso? Un esempio ce lo fornisce il caso della Romania, un'altra nazione che fatica a sbloccare il freno della campagna di vaccinazione.

Nel tratteggiare i contorni della situazione, il responsabile della task force vaccinale rumena aveva spiegato qualche settimana fa quanto il retaggio dei vecchi regimi di ispirazione comunista pesasse sui loro sforzi. Un'eredità amara, composta da dubbi e poca fiducia nelle istituzioni. Ma la scarsa adesione alle vaccinazioni pare avere anche un risvolto legato all'opportunità di potersi muovere liberamente anche al di fuori dei confini. E lo dimostra il numero crescente di cittadini russi che negli ultimi mesi si sono recati in Paesi europei - come Serbia, Croazia e Germania - per farsi somministrare uno dei vaccini che hanno ricevuto il via libera dall'EMA; e poter viaggiare senza pensieri in una località che non sia per forza compresa tra Mosca e Vladivostok.

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COMMENTI
 

seo56 2 anni fa su tio
Il miglior veleno al mondo. Piuttosto morto che farmi inoculare una porcheria nata in laboratori del dittatore Putin! Orgogliosamente vaccinato, terza dose, con Moderna!
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