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GERMANIAMembro dell'Isis condannato all'ergastolo per il «genocidio» degli Yazidi

01.12.21 - 15:09
Una sentenza storica, la prima che riconosce il genocidio dello Stato islamico contro il popolo Yazida
keystone-sda.ch (FRANK RUMPENHORST / POOL)
Membro dell'Isis condannato all'ergastolo per il «genocidio» degli Yazidi
Una sentenza storica, la prima che riconosce il genocidio dello Stato islamico contro il popolo Yazida
Il 29enne, al momento della pronuncia del verdetto, ha perso i sensi

FRANCOFORTE - Un membro iracheno del gruppo dello Stato Islamico (Isis) è stato condannato all'ergastolo per genocidio contro la minoranza degli Yazidi e per l'omicidio di una bambina avvenuto in Iraq.

Si tratta dell'ex marito della «sposa tedesca dell'ISIS» Jennifer W., che è stata condannata a dieci anni di carcere lo scorso ottobre, anch'essa incriminata in particolare per l'episodio della piccola Yazidi di cinque anni, che era usata come «schiava» dalla coppia, e che è stata lasciata morire di sete in un cortile, sotto il sole cocente.

Si tratta di un processo che è stato definito «storico», in quanto è la prima volta che un membro dell'Isis viene condannato per genocidio contro il popolo Yazidi, una minoranza di lingua curda che è stata perseguitata dai jihadisti con la conquista dell'Isis di ampie fette di territorio in Siria ed Iraq.

Dopo essersi unito all'ISIS nel 2013, l'uomo è stato arrestato in Grecia nel 2019, per poi venir estradato in Germania. È stato ieri condannato all'ergastolo per diversi reati: genocidio, crimini contro l'umanità, crimini di guerra e traffico di esseri umani. Alla pronuncia del verdetto, il 29enne è svenuto, ritardando temporaneamente il procedimento.

 

La Germania ha potuto accusare e processare il militante mediante il principio giuridico della giurisdizione universale, che si basa sull'idea che un tribunale nazionale può perseguire chiunque per determinate atrocità, indipendentemente da dove siano state commesse.

Tra il pubblico, durante il processo, anche la madre della piccola di cinque anni, a cui spetterà un risarcimento di 50mila euro. «Le auguriamo di trovare la sua pace», ha detto il Presidente del tribunale Cristoph Koller.

 

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