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Quest'anno sarà più difficile fare e ricevere regali

STATI UNITIQuest'anno sarà più difficile fare e ricevere regali

01.12.21 - 06:30
La maggior parte dei problemi sono legati alla pandemia, e toccano principalmente i settori della produzione e trasporti
Reuters
Quest'anno sarà più difficile fare e ricevere regali
La maggior parte dei problemi sono legati alla pandemia, e toccano principalmente i settori della produzione e trasporti

WASHINGTON - Gli americani l’hanno ribattezzata la “corsa per salvare il Natale”. Mentre si avvicina il picco della stagione dello shopping festivo, commercianti, rivenditori e distributori cercano di affrontare a denti stretti la crisi della catena di approvvigionamento, ovvero lo stallo senza precedenti che ha messo in ginocchio l’intero sistema statunitense. Quest’anno, insomma, sarà più difficile fare e ricevere regali, ma anche trovare un albero sotto cui sistemarli. I ritardi delle spedizioni di merci provenienti dall’Asia, la paralisi dei porti, l’aumento alle stelle del prezzo del carburante stanno distruggendo il ciclo degli acquisti natalizi. I porti americani sono al collasso e l’ingorgo di merci non accenna a migliorare. L'ingolfo non si è attenuato nelle ultime settimane, nonostante gli sforzi del presidente Joe Biden che ha chiesto uno sforzo straordinario agli operatori portuali, con l’estensione degli orari di lavoro 24 ore su 24.

Una tempesta perfetta, dicono gli economisti, determinata dalle problematiche maturate nei settori della produzione, dei trasporti, delle materie prime, della manodopera, ma anche dalle politiche commerciali dei vari governi nazionali. Il risultato è l’aumento selvaggio del prezzo di alcuni articoli oppure l’impossibilità di trovarne.

I problemi si sono accumulati dall’inizio dell’emergenza sanitaria e per oltre un anno e mezzo e si sono aggravati fino alla situazione odierna. Durante il lockdown la gente ha acquistato sempre più merci online, determinando uno straordinario aumento della domanda, soprattutto di prodotti provenienti dalla Cina. A ciò si aggiunge quanto accaduto sul fronte asiatico in pandemia, con la chiusura di numerose fabbriche in paesi essenziali come Vietnam, Malesia e Thailandia.

Negli Stati Uniti, al momento si registra anche una carenza di camionisti impiegati nelle aziende di trasporti che raccolgono le merci una volta scaricate nei porti americani. I magazzini hanno gravissime carenze di personale. Come se non bastasse, la stagione appena passata degli uragani e le conseguenti interruzioni di corrente elettrica, hanno dato il loro contributo al disastro. Infine, a mancare è anche il cartone per l’imballaggio delle merci. Intanto, secondo gli esperti dovranno passare mesi prima che la situazione ritorni sotto controllo. I più ottimisti indicano la metà del prossimo anno, ma sono in tanti a ritenere che occorrerà invece aspettare al 2023.

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