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CINADopo Apple Daily cade anche Next Digital

30.06.21 - 11:30
La società editrice di Jimmy Lai concluderà domani le sue operazioni.
keystone-sda.ch / STF (Kin Cheung)
Dopo Apple Daily cade anche Next Digital
La società editrice di Jimmy Lai concluderà domani le sue operazioni.
La Legge sulla sicurezza nazionale cinese compie oggi un anno. Amnesty International: «Ha gettato Hong Kong sulla strada per diventare uno stato di polizia».

HONG KONG - Prima la mela, poi l'intero albero. Dopo la chiusura dell'Apple Daily, il tabloid pro democrazia di Hong Kong finito di recente sotto la scure della controversa Legge sulla sicurezza nazionale cinese, anche la sua società editrice, la Next Digital Ltd, cesserà le proprie operazioni da domani, primo luglio.

La notizia è stata anticipata da Reuters e Bloomberg, che citano una nota interna destinata al personale. La Next Digital è proprietà del magnate e attivista Jimmy Lai, in carcere dalla fine del 2020. Lai è stato condannato complessivamente a un periodo di 20 mesi da scontare in carcere. L'ultima condanna risale alla fine del mese scorso: 14 mesi per aver partecipato, nel 2019, a una manifestazione non autorizzata durante il 70esimo anniversario della Repubblica popolare cinese.

La Legge sulla sicurezza nazionale - nel giorno del suo primo anniversario - infligge di riflesso un nuovo, durissimo, colpo alla libertà di stampa e di opinione nell'ex colonia britannica. Una settimana fa, nelle ultime ore di vita dell'Apple Daily, il presidente americano Joe Biden aveva parlato di un giorno «triste per la libertà di stampa a Hong Kong e in tutto il mondo». Oggi è invece la voce di Amnesty International a levarsi contro la stretta di Pechino.

«In un anno, la Legge sulla sicurezza nazionale ha gettato Hong Kong sulla strada per diventare uno stato di polizia, creando una situazione di emergenza in termini di diritti umani per tutte le persone che vivono» nell'ex colonia britannica, ha detto Yamini Mishra, direttrice regionale dell'ong per la regione Asia-Pacifico, citata in un comunicato. «Dalla politica alla cultura, dall'educazione alla stampa, la Legge ha infettato ogni parte della società di Hong Kong e ha fomentato un clima di paura che obbliga i suoi abitanti a pensare due volte a quello che stanno per dire, a quello che pensano di twittare e al modo in cui vivono le loro vite».

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COMMENTI
 

Peter Parker 2 anni fa su tio
Beh, non c’è molto da stupirsi, si sa come funziona da quelle parti. Quello che dà fastidio e’ piuttosto l’ipocrisia dei media nostrani. Avete sentito quello che ha detto il CEO di Nike, John Donahoe? Ha detto che la Nike “is of China and for China”. La stessa Nike che in pratica utilizza la NBA come proprio dipartimento di Marketing, che supporta 100% il movimento BLM, dove Lebron James e’ un attivista conclamato. Però si critica del governo cinese per poi fare milioni di $ in business con la Cina. Decidetevi di cosa volete scandalizzarvi.
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