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CILEUn anticorpo degli alpaca efficace contro il nuovo coronavirus (e le sue varianti)

16.04.21 - 16:43
Ma al momento la ricerca va a rilento a causa della mancanza di risorse economiche
Archivio Depositphotos
Fonte ATS
Un anticorpo degli alpaca efficace contro il nuovo coronavirus (e le sue varianti)
Ma al momento la ricerca va a rilento a causa della mancanza di risorse economiche

SANTIAGO - È stato identificato negli alpaca un anticorpo capace di neutralizzare non solo il virus SarsCov2, ma tutte e tre le sue varianti più diffuse, ossia l'inglese, la sudafricana e la brasiliana. Il risultato, riportato dal quotidiano online cileno El Mostrador, si deve alla collaborazione fra Università Australe del Cile e quella australiana del Queensland.

L'anticorpo, indicato con la sigla W25, era stato identificato nell'alpaca Buddha un anno fa dallo stesso gruppo di ricerca e risulta essere uno dei migliori anticorpi neutralizzanti esistenti, molto stabile anche se nebulizzato e in condizioni estreme di temperatura. Adesso si è visto che è efficace anche contro le varianti del virus SarsCoV2.

Al momento, comunque, l'anticorpo è ancora in fase di sperimentazione preclinica per la mancanza di risorse economiche. Finora il governo regionale di Valdivia, dove si trova l'ateneo, ha approvato un fondo di 238'000 euro per proseguire la ricerca. «A un certo punto non sapevamo se avremmo potuto continuare lo studio - dice Alejandro Rojas, coordinatore del progetto - ma i recenti risultati ottenuti in Australia, con cui collaboriamo, hanno mostrato che l'anticorpo riesce a neutralizzare la variante sudafricana e inglese, e sembra contro anche quella brasiliana. Per questo abbiamo ripreso il progetto».

I ricercatori sperano di completare i test di efficacia e sicurezza per presentarli all'Istituto di salute pubblica, in modo che parta lo studio clinico di fase 1 sulla sicurezza nei pazienti, e poi la fase 2 nelle persone contagiate dal coronavirus. Ma per questo serviranno altri 3 milioni di dollari di fondi. «Purtroppo il governo non ha fatto alcun investimento in ricerca», continua Rojas. «Se ci avessero appoggiato un anno fa, ora staremmo in fase clinica, pronti a dare una risposta all'emergenza sanitaria».

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