Lo ha stabilito il tribunale del lavoro di Tel Aviv esprimendosi sul caso di una maestra d'asilo
La donna aveva chiesto di essere ammessa al lavoro nonostante non fosse vaccinata e non avesse intenzione di sottoporsi ad alcun tampone.
TEL AVIV - Un tribunale israeliano ha riconosciuto oggi, per la prima volta, il diritto di un datore di lavoro di impedire l'ingresso a un dipendente non vaccinato.
I giudici di Tel Aviv discutevano il caso di un'assistente di un asilo nido che aveva chiesto di poter essere ammessa al lavoro nonostante non si fosse vaccinata contro il Covid-19 e non avesse intenzione di sottoporsi ad alcun tampone.
Pur riconoscendo il principio di legittimità della sua posizione, il tribunale del lavoro - si legge sul quotidiano Globes - ha stabilito che questa non prevale al momento sulla necessaria protezione dei bambini piccoli a lei affidati e su quella del resto dello staff scolastico. Di fronte a questo interesse reputato superiore, ha aggiunto, la richiesta alla dipendente di sottoporsi a tamponi settimanali «appare un inconveniente marginale».
Nel frattempo, la donna continuerà a percepire lo stipendio. La giudice ha però lamentato pure che in merito la legge attuale presenta una lacuna che dovrebbe essere colmata il più presto possibile «per chiarezza ed uniformità».