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LIBANOBeirut, un'altra frenata per l'inchiesta sull'esplosione del porto

18.02.21 - 16:26
Il giudice titolare è stato rimosso dall'incarico dopo il ricorso da parte di due ex ministri
Keystone
Il luogo del disastro, sei mesi dopo l'esplosione.
Il luogo del disastro, sei mesi dopo l'esplosione.
Beirut, un'altra frenata per l'inchiesta sull'esplosione del porto
Il giudice titolare è stato rimosso dall'incarico dopo il ricorso da parte di due ex ministri
Entrambi, così come il premier dimissionario Diab, erano stati inclusi nella lista dei sospetti e accusati di negligenza.

LIBANO - Il giudice Fadi Sawan, titolare dell'inchiesta sui responsabili dell'esplosione del porto di Beirut dello scorso agosto, è stato oggi rimosso dal suo incarico.

La decisione, viene riferito dai media locali, è stata presa dalla Corte di cassazione libanese che ha accolto il ricorso presentato da due ex ministri, i cui nomi erano inseriti nella lista dei sospetti con quello di Hassan Diab, il premier dimissionario del Libano (l'esecutivo aveva rassegnato le dimissioni il 10 agosto, rimanendo però in carica per il disbrigo delle formalità).

A carico dei due ministri, Ghazi Zuaiter e Ali Hassan Khalil, e del premier era stata ipotizzata l'accusa di negligenza, per aver consentito che quelle 2'750 tonnellate di nitrato d'ammonio "responsabili" del disastro restassero, per quasi sette anni, rinchiuse in uno degli hangar del porto della capitale libanese.

Il colpo di scena fa segnare una nuova battuta d'arresto per l'inchiesta, che aveva già subito un rallentamento dopo il rifiuto dei due ministri di essere interrogati. La palla passa ora nelle mani di Marie-Claude Najm, la ministra della Giustizia che dovrà nominare un nuovo magistrato e sottoporre la nomina alla ratifica del Consiglio superiore della magistratura.

Un'esplosione devastante
L'esplosione al porto di Beirut ha provocato la morte di oltre 200 persone, a cui si aggiungono circa 6'000 feriti. Era il 4 agosto del 2020. Pochi minuti dopo le 18, il carico di nitrato d'ammonio ha innescato il disastro, radendo al suolo gli hangar presenti sulla banchina.

Quelle 2'750 tonnellate di materiale erano giunte al porto di Beirut nel settembre del 2013 su una nave cargo russa. Le autorità doganali avevano tentato a più riprese di farle rimuovere, ma senza ottenere risposta. L'esplosione ha provocato danni per oltre 15 miliardi di dollari.

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