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AUSTRALIA/CINALa Cina arresta una giornalista australiana per "spionaggio"

08.02.21 - 11:02
I rapporti tra i due paesi sono sempre più incandescenti
Keystone
Fonte ats ans
La Cina arresta una giornalista australiana per "spionaggio"
I rapporti tra i due paesi sono sempre più incandescenti
Un caso simile aveva coinvolto l'anno scorso anche il Regno Unito

CANBERRA/PECHINO - Cheng Lei, ex giornalista e volto popolare della Cgtn, il canale statale cinese in lingua inglese, è stata arrestata il 5 febbraio in Cina per spionaggio con l'accusa formale di «aver fornito segreti di Stato all'estero» (all'Australia, ndr).

Cheng, nata nella provincia di Hunan, ma in possesso della cittadinanza australiana dopo essere emigrata da bambina, fu presa in custodia dalla polizia cinese del dipartimento sulla sicurezza nazionale lo scorso agosto senza spiegazioni.

La svolta, riferita questa mattina dalla ministra degli esteri australiana Marise Payne, è stata confermata dal ministero degli esteri di Pechino, secondo cui il suo caso «è in fase di ulteriore elaborazione». «Speriamo che l'Australia rispetti la sovranità giudiziaria cinese e la smetta di interferire nella gestione del caso da parte della Cina in qualsiasi modo», ha affermato in conferenza stampa il portavoce Wang Wenbin.

Il caso è destinato ad infiammare ancora di più i pessimi rapporti tra Pechino e Canberra, in uno scontro a tutto campo dalla diplomazia al commercio, dai tweet ai patti di difesa.

Giornalisti o spie... - Non è il primo caso del genere. L'anno scorso tre giornalisti cinesi che «avrebbero lavorato come spie per Pechino» sono stati invitati a lasciare il Regno Unito, ha riportato sabato la Bbc.

Arrivati con visti giornalistici, i tre sono stati sospettati di essere agenti dell'intelligence cinese. Non è chiaro per quali testate lavorassero, ma la partenza sarebbe avvenuta nel più assoluto riserbo. Il ministero dell'interno britannico non ha voluto rilasciare alcun commento, con un assordante silenzio anche dall'ambasciata cinese a Londra.

La rivelazione è arrivata dopo che Ofcom, l'autorità regolatrice del Regno Unito per la comunicazione, giovedì ha revocato la licenza per operare nel paese all'emittente statale cinese CGTN con la motivazione che la società detentrice della licenza non operava un controllo quotidiano sul canale.

La decisione non sarebbe comunque collegata alla vicenda dei giornalisti, e il ministero degli esteri cinese ha affermato di essere «fermamente contrario» alla sentenza dell'Ofcom.

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