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ITALIALa "madre" della variante inglese potrebbe essere italiana

29.12.20 - 09:15
Una mutazione del coronavirus, rilevata ai primi di agosto nel Bresciano, presenta tratti comuni a quella britannica
Keystone (archivio)
Il virus sequenziato a Brescia presenta «diversi punti di mutazione nella proteina Spike».
Il virus sequenziato a Brescia presenta «diversi punti di mutazione nella proteina Spike».
La "madre" della variante inglese potrebbe essere italiana
Una mutazione del coronavirus, rilevata ai primi di agosto nel Bresciano, presenta tratti comuni a quella britannica
Arnaldo Caruso, presidente della Società italiana di virologia: «Ha diversi punti di mutazione nella proteina Spike. Come quella inglese, anche la variante italiana ha una mutazione in un punto nevralgico dell'interazione Spike/recettore cellulare».

ROMA - Una variante di coronavirus, molto simile a quella inglese, è stata rilevata a suo tempo in Italia ai primi di agosto. Ben prima quindi rispetto a quella, emersa alla fine di settembre, che da un paio di settimane è ormai sotto i riflettori mondiali.

La mutazione - ha detto all'agenzia Adnkronos il presidente della Società italiana di virologia, Arnaldo Caruso - potrebbe essere un precursore di quella attribuita al Regno Unito. «Ha diversi punti di mutazione nella proteina Spike, "l'uncino" che il virus usa per attaccare il recettore presente sulle cellule bersaglio nel nostro organismo. Come quella inglese, anche la variante italiana ha una mutazione in un punto nevralgico dell'interazione Spike/recettore cellulare», a cui si somma un'altra variazione che «rende la sua proteina Spike leggermente diversa da quella del virus pandemico che tutti oggi conosciamo».

La variante "italiana" è stata rilevata casualmente su un paziente del bresciano. Non è però dato sapere al momento se questa mutazione si trasmetta con più facilità, come sembra fare quella inglese, né quanto sia diffusa. «Quella isolata a Brescia potrebbe in parte giustificare e far capire perché noi abbiamo avuto a ottobre e novembre, soprattutto in Lombardia, così tanti casi con una diffusione molto facile del virus in aree particolari», ha spiegato Matteo Bassetti, direttore della Clinica di Malattie infettive dell'ospedale San Martino di Genova.

Un problema per il vaccino? - Le mutazioni nei virus non sono una sorpresa. E in merito Bassetti ha sottolineato pure che «sulla varianza inglese c'è stato tanto rumore esagerato». Anche nel caso "italiano", le differenze rilevate non sarebbero tali da compromettere l'efficacia dei vaccini. Questi, spiega Caruso, generano «una risposta complessa verso tante aree della proteina Spike", per cui, "anche se vi fossero alcuni anticorpi non in grado di riconoscere una zona mutata, ce ne sarebbero sicuramente altri in grado di legarsi a porzioni non mutate della proteina».

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