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ITALIAAmnesty International punta il dito sull'Italia per le stragi di anziani nelle Rsa

18.12.20 - 19:00
Durissimo l'atto d'accusa del rapporto "Abbandonati", che riguarda in particolare Lombardia, Emilia-Romagna e Veneto
Depositphotos (heiko119)
Amnesty International accusa l'Italia di aver violato i diritti degli anziani ospiti in case di riposo e Rsa durante la pandemia.
Amnesty International accusa l'Italia di aver violato i diritti degli anziani ospiti in case di riposo e Rsa durante la pandemia.
Amnesty International punta il dito sull'Italia per le stragi di anziani nelle Rsa
Durissimo l'atto d'accusa del rapporto "Abbandonati", che riguarda in particolare Lombardia, Emilia-Romagna e Veneto
Le istituzioni di ogni livello avrebbero violato il «diritto alla vita, alla salute e alla non discriminazione».

ROMA - Da quando è iniziata la pandemia sono migliaia gli anziani hanno che perso la vita all’interno delle strutture di residenza sociosanitarie e socioassistenziali in Italia. 

Amnesty International punta il dito contro le amministrazioni di ordine e grado, accusandole di «violazioni e mancata tutela del diritto alla vita, alla salute e alla non discriminazione». Lo fa con il rapporto "Abbandonati", che analizza il contesto operativo e raccoglie oltre 80 interviste tra personale sanitario e famigliari degli ospiti delle strutture, rappresentanti di organizzazioni del settore e sindacalisti, esperti e giornalisti.

Tre regioni sotto inchiesta - Tre le regioni dove questo stato di cose si è visto maggiormente, afferma l'organizzazione: Lombardia, Emilia-Romagna e Veneto. In particolare, «in Lombardia gli ospiti over 75 in tali condizioni di salute sono stati oggetto di una delibera regionale che stabiliva come opportuno continuare a prestare cure e assistenza presso le strutture sociosanitarie e socioassistenziali dove risiedevano, limitandone di fatto le possibilità di accesso ai presidi ospedalieri».

Numerose le testimonianze raccolte: «Ci avevano detto di non usare le mascherine per non creare panico a utenti e famiglie ed è continuato così fino all’inizio di marzo» ha dichiarato un'operatrice sanitaria di una struttura in Lombardia. «Vedevamo persone che si spegnevano, che non venivano mandate in ospedale se non quando stavano per morire» le fa eco una collega dall'Emilia-Romagna. «Mi hanno raccontato di ospiti affetti da demenza pesantemente sedati e addirittura legati ai letti, per impedire loro di girare per la struttura dal momento che non c’erano le condizioni per l’isolamento» ha aggiunto il parente di un’ospite di una struttura nella stessa regione.

Lacune e ritardi - "Abbandonati" «ha messo in luce le lacune delle istituzioni italiane a livello nazionale, regionale e locale nell’adottare misure tempestive per proteggere la vita e la dignità delle persone anziane nelle case di riposo nel corso dell’emergenza sanitaria da Covid-19». Le gravi mancanze e i ritardi nell'implementazione delle misure di protezione «si sono spesso tradotti in violazioni del diritto alla vita, alla salute e alla non discriminazione degli ospiti anziani» delle case di riposo e delle Rsa «e degli operatori che vi lavorano». 

Verso un esito tragico - L’intempestiva chiusura alle visite esterne delle strutture, il mancato o tardivo sostegno delle istituzioni nella fornitura di dispositivi di protezione individuale (Dpi) alle stesse, il ritardo nell’esecuzione di tamponi sui pazienti e sul personale sanitario: ecco «alcuni degli elementi che hanno contribuito al tragico esito e che dimostrano la de-prioritizzazione di questa tipologia di presidi rispetto a quelli ospedalieri, nonostante la popolazione anziana fosse stata dichiarata dall’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) tra le più vulnerabili al virus fin dall’inizio della pandemia», aggiunge Amnesty International. Non sembra che si sia appreso dai tragici errori della primavera: «A oggi ancora non esistono indicazioni che impongano, a livello uniforme sul territorio nazionale, una cadenza regolare e frequente per l’effettuazione di tamponi nell’ambito di uno screening continuativo all’interno delle strutture di residenza sociosanitarie e socioassistenziali».

Le richieste - La risposta del Governo italiano non è stata adeguata, pertanto Amnesty International «chiede al ministero della Salute di assicurare che vengano messi tempestivamente in atto i meccanismi necessari a livello nazionale per garantire» decisioni mediche basate solo su valutazioni cliniche e non di altra natura; «pieno accesso a tamponi frequenti regolari» per ospiti, visitatori e personale delle strutture che accolgono gli anziani; una fornitura «adeguata e continuativa» di guanti, camici, mascherine e altri dispositivi, così come di misure di prevenzione e controllo in linea con gli standard internazionali. Ultimo, ma non meno importante, che nelle strutture «i residenti anziani siano in grado di comunicare regolarmente con le loro famiglie e che le famiglie siano mantenute informate sulle condizioni dei propri parenti».

Amnesty Italia chiede infine un'inchiesta pubblica indipendente che faccia luce su cosa è andato storto in questi mesi e sul perché siano state compiute «scelte profondamente sbagliate da un punto di vista etico».

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