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FRANCIA / SVIZZERAVisoni contagiati: «Gli animali domestici e quelli selvatici, invece, non rivestono alcun ruolo nella propagazione del virus»

19.11.20 - 22:09
Parigi fa chiarezza dopo il caso danese. Occhio ad alcuni allevamenti. Nessun rischio invece da cani e gatti.
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Visoni contagiati: «Gli animali domestici e quelli selvatici, invece, non rivestono alcun ruolo nella propagazione del virus»
Parigi fa chiarezza dopo il caso danese. Occhio ad alcuni allevamenti. Nessun rischio invece da cani e gatti.
L'USAV raccomanda: anche in caso di positività del padrone, la cura degli animali deve essere garantita. Per proteggerli, però, è bene evitare il contatto ravvicinato finché si è in isolamento.

PARIGI / BERNA - I recenti casi di visoni contagiati dal nuovo coronavirus rilevati in diversi Paesi europei e negli Stati Uniti hanno fatto tornare alla ribalta delle cronache il tema della trasmissibilità del SARS-CoV-2 dagli esseri umani agli animali e da questi ultimi all'uomo. In Danimarca, in particolare, sono state confermate delle infezioni di ritorno dai visoni all'essere umano di una variante mutata (ora apparentemente debellata) che si è temuto potesse compromettere l'efficacia di un futuro vaccino contro il Covid-19.

Per tranquillizzare la popolazione, l'Agenzia nazionale francese della sicurezza sanitaria, dell'alimentazione, dell'ambiente e del lavoro (ANSES) ha pubblicato un comunicato in cui evidenzia come, al momento, gli animali domestici e selvatici non abbiano «alcun ruolo» nell'andamento della pandemia. «L'Agenzia conferma che, ad oggi, gli animali domestici e quelli selvatici non rivestono alcun ruolo epidemiologico nella conservazione o nella propagazione del SARS-CoV-2 in Francia, dove la diffusione del virus è oggi il risultato di una trasmissione interumana per via respiratoria», si legge nel documento. 

L'agenzia mette tuttavia in guardia sulla possibilità che alcuni allevamenti, in particolare quelli «con una forte concentrazioni di animali recettivi al SARS-CoV-2», si trasformino «in futuro, in un bacino animale favorevole alla propagazione del virus».

Niente rischi invece per quanto riguarda gli animali domestici, che vanno al contrario tutelati nel caso in cui i padroni risultino positivi al SARS-CoV-2: «Si raccomanda alle persone colpite dal Covid-19 di rispettare i gesti-barriera al fine di limitare i rischi d'infezione dall'uomo all'animale, senza tuttavia compromettere il benessere di questi ultimi». Se si è positivi, tenere quindi una certa distanza dal proprio cane o gatto senza tuttavia fargli mai mancare le cure necessarie (vedi le indicazioni dell'USAV più sotto). 

Ma quali sono, per le conoscenze attuali, gli animali ricettivi al SARS-CoV-2, che possono quindi essere contagiati dagli esseri umani? E quali quelli sensibili, che possono quindi anche sviluppare sintomi? Le indicazioni francesi sono molto vicine a quelle recentemente diffuse dall'Ufficio federale della sicurezza alimentare e di veterinaria (USAV), che in novembre ha aggiornato le sue "Domande e risposte" sul tema. Di seguito i principali punti.   

Animali da reddito - Finora non ci sono prove che animali da reddito o cavalli possano essere contagiati dal nuovo coronavirus.  Studi sulla ricettività degli animali al SARS-CoV-2 dimostrano che i polli non possono contrarlo. I bovini e i suini presentano invece una ricettività molto bassa. L'ANSES sottolinea dal canto suo la necessità di ulteriori studi sul tema.

Animali da compagnia - Sebbene in casi isolati il SARS-CoV-2 sia stato rilevato in cani e gatti, il rischio che gli animali da compagnia contraggano il nuovo coronavirus è considerato molto basso. In questi casi isolati è molto probabile che gli animali siano stati contagiati a causa del contatto ravvicinato con una persona infetta.

Cani - In tutto il mondo solo pochi cani sono risultati positivi al SARS-CoV-2. In loro sono stati osservati pochi sintomi della malattia o addirittura nessuno. I cani colpiti provengono tutti da famiglie con persone risultate positive al SARS-CoV-2. Pertanto, gli animali sono stati molto probabilmente contagiati a causa del contatto ravvicinato con una persona infetta. 

Gatti - Sporadicamente sono stati segnalati da diversi Paesi anche dei gatti positivi, alcuni dei quali hanno presentato sintomi della malattia. I gatti colpiti provengono tutti da famiglie con persone risultate positive al test SARS-CoV-2. Pertanto, anche nel loro caso sono stati molto probabilmente contagiati a causa del contatto ravvicinato con una persona infetta.

Anche criceti e furetti possono venire contagiati - Oltre a quello dei gatti, in laboratorio si è sperimentato il contagio di diverse specie animali, in particolare criceti e furetti, che sono ricettivi e sensibili al nuovo coronavirus. I cani e i conigli hanno invece una bassa ricettività.

Se c'è una persona infetta in casa - Gli animali domestici possono assolutamente essere tenuti in casa anche in presenza di una persona positiva al SARS-CoV-2. Tuttavia, se possibile, dovrebbero essere curati da persone sane. Il contatto tra pazienti e animali durante il periodo d'isolamento deve infatti essere evitato o ridotto il più possibile. Soprattutto le persone infette devono prestare particolare attenzione all’igiene nel rapportarsi con i loro animali, evitando il più possibile il contatto ravvicinato, non tossendo o starnutendo sugli animali e non facendosi leccare il viso da loro.
Se gli animali non possono essere accuditi adeguatamente devono essere portati in un altro luogo di accudimento adeguato, per esempio da amici o in una pensione per animali per tutta la durata dell’isolamento. Le pensioni per animali devono essere espressamente informate in anticipo i proprietari sono in isolamento. I gatti provenienti da famiglie in isolamento non dovrebbero, per quanto possibile, essere lasciati all’esterno.

Se ci sono persone in quarantena - Le persone in quarantena (che hanno quindi avuto un contatto stretto con una persona positiva, ma non sono malate) dovrebbero, come misura precauzionale quando entrano in contatto con animali da compagnia prestare particolare attenzione all’igiene, non tossire o starnutire sugli animali e non farsi leccare il viso da loro.

 

 

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COMMENTI
 

Marta 3 anni fa su tio
Ma il titolo non è assolutamente in linea con l'articolo, anzi è contrario. Si può parlare chiaro no? Anche i cani che in genere si vedono trattati al pari se non meglio delle persone, possono trasmettere il virus. Occorre allora stare attenti.

Um999 3 anni fa su tio
Eh si, siamo difronte veramente a un virus intelligente, non solo sa distinguere tra frontaliere che lavora con permesso e semplice turista, ma addirittura anche differenza tra animali domestici, selvaggi e da allevamento, però!!!
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