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ITALIAIn Italia 126'000 contagi tra bambini e ragazzi

17.11.20 - 13:11
La maggior parte degli under 19 ha manifestato forme cliniche lievi, preoccupa maggiormente la salute mentale
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Fonte ats ans
In Italia 126'000 contagi tra bambini e ragazzi
La maggior parte degli under 19 ha manifestato forme cliniche lievi, preoccupa maggiormente la salute mentale

ROMA - In Italia dall'inizio della pandemia sono stati 126'622 i bambini e gli adolescenti risultati positivi al Covid-19, pari a circa il 12% del totale dei contagiati.

Di questi, 36'622 mila hanno tra 0 e 9 anni e molti di più (circa 90'000) tra 10 e 19 anni. A fornire il quadro più completo ed aggiornato è la Società Italiana di Pediatria (SiP), sulla base dei dati della sorveglianza dell'Istituto Superiore di sanità (Iss), in vista del prossimo congresso: “La Pediatria italiana e la pandemia da SARS-CoV-2", previsto a fine novembre.

«La maggior parte ha manifestato forme cliniche lievi, con un tasso di letalità bassissimo. Se i contagi dovessero aumentare i bambini, soprattutto quelli più fragili, potrebbero andare incontro a problemi importanti» spiega l'istituto.

Durante il congresso, diversi esperti discuteranno di Covid-19 e bambini, con focus su oncologia, malattie allergico-respiratorie, diabete, sindrome di Down, disabilità e malattie rare.

Il lato psicologico - In generale, però, la Società Italiana di Pediatria avverte che sono soprattutto le conseguenze del lockdown sulla psicologia di bambini e ragazzi a preoccupare. 

Difficoltà di apprendimento, perdita della forma fisica e segni di disagio mentale sono le problematiche emerse più spesso, come anche disturbi alimentari e autolesionismo. Lo ha recentemente confermato uno studio dell'Ofsted, dal Regno Unito: «I bambini più duramente colpiti dalla pandemia di Covid-19 stanno perdendo competenze di base e d'apprendimento».

Anche la socialità dei ragazzi registra degli effetti negativi: «Abbiamo riscontrato una tendenza dei ragazzi a chiudersi e ad utilizzare il cellulare come unico referente per la relazione», ha spiegato Federico Bianchi di Castelbianco, psicoterapeuta dell’età evolutiva e direttore dell’Istituto di Ortofonologia (IdO). Ora «quello che vediamo è che stiamo passando dalla ‘sindrome della capanna’ al problema degli hikikomori, ossia ragazzi chiusi in casa per almeno sei mesi consecutivi che vivono solo col loro computer», si legge sul sito ufficiale della SiP.

In virtù dei risultati degli studi più recenti, l’IdO ha avviato in tutta Italia dei gruppi di sostegno per le famiglie con ragazzi che si sono isolati o che si trovano in difficoltà.

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