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«Quello di Trump non sarà un addio facile»

STATI UNITI«Quello di Trump non sarà un addio facile»

06.11.20 - 22:02
Lo afferma la giornalista Manuela Cavalieri in diretta da Washington. Guarda la videointervista.
Keystone
«Quello di Trump non sarà un addio facile»
Lo afferma la giornalista Manuela Cavalieri in diretta da Washington. Guarda la videointervista.
Joe Biden sarà davvero il nuovo presidente degli USA? E ora cosa accadrà? Tutti i dubbi e le speranze degli americani.

WASHINGTON - «È molto probabile che ci sarà un addio. Ma non sarà un addio facile». Così la giornalista Manuela Cavalieri, ospite di piazzaticino.ch, in diretta live da Washington, descrive la possibile detronizzazione del repubblicano Donald Trump da presidente americano. Al suo posto, e il condizionale resta d'obbligo, dovrebbe subentrare il democratico Joe Biden. «Trump è deciso a non mollare la presa. Ha già messo in campo i suoi avvocati. Ce ne sono dappertutto. Specialmente in Pennsylvania, dove è stato invocato addirittura l'intervento della Corte Suprema. La situazione non è pacifica».

Come sta vivendo l'americano medio questo Election Day infinito?
«C'è grandissima tensione, tutte le più grandi città sono sotto assedio. Washington, dove vivo, sta vivendo questo momento di transizione con timore, in primis per la paura di scontri. Tutte le vetrine del centro sono barricate, non c'è alcuna serenità. Chiunque sarà il vincitore, sarà un vincitore che non ha ottenuto un plebiscito. Siamo di fronte a un Paese spaccato. Per la prima volta, da oltre 100 anni, ha votato quasi il 67% degli elettori. C'è stata una grande partecipazione popolare, hanno votato praticamente tutti. Ecco perché il risultato delle elezioni per entrambi i candidati non sarà facile da accettare». 

Come si spiega questa massiccia partecipazione al voto?
«Gli americani hanno votato non solo per un candidato, ma per un sistema di valori. Chiunque dei due vincerà, cambierà il corso della storia. Si tratta di due filosofie con sistemi di valori inconciliabili. Ed è questo che forse fa più paura adesso. C'è da dire che Biden è una "vecchia volpe" della politica americana, è abituato a dialogare con gli avversari. Adesso gli avversari non sono più tali, sono nemici. Negli ultimi quattro anni, non c'è stato alcun tipo di conciliazione tra repubblicani e democratici. Con Biden probabilmente ci sarà, lui è abituato a interloquire con gli avversari repubblicani, è riuscito a portare a casa spesso successi di mediazione notevoli, probabilmente lo farà anche da presidente». 

Trump sembra non sapere perdere. Che messaggio sta dando al mondo?
«Trump parla in maniera chiara di frodi, di imbrogli. Questi imbrogli non sono stati dimostrati in alcuna sede. È veramente una situazione di grande imbarazzo istituzionale. Va comunque specificato che il testa a testa è notevole. Non si sta parlando di una netta vittoria di Biden. I repubblicani, di conseguenza, non hanno alcuna intenzione di mollare l'osso. Almeno non subito. Si parla, appunto, di Corte Suprema».

Il voto per posta, con tempistiche del genere, è sotto accusa.
«Effettivamente c'è bisogno di riformare il sistema, nelle sue modalità. Non permettendo più di spedire il voto all'ultimo giorno, come è successo. Gli americani, in ogni caso, non rinunceranno mai al voto per posta».

Cosa dovrà fare il prossimo presidente degli Stati Uniti, chiunque esso sia?
«Il prossimo presidente si troverà davanti un Paese spaccato. Dovrà riunificarlo. Non ci sono più avversari politici, ma solo nemici, fazioni. Lo dimostra, come anticipato, il fatto che tutte le grandi città sono state barricate. Il Paese sta vivendo questa elezione con grande fermento. Intanto, Biden sembra essere pronto a parlare alla Nazione».

Qualcuno ipotizza scenari di guerra civile. È un'ipotesi reale?
«No. Entrambi gli schieramenti hanno schiere di estremisti, ma non con numeri tali da fare pensare a una guerra civile. A necessitare una guarigione è l'anima del Paese. Gli Stati Uniti potranno tornare ad avere rilievo sullo scacchiere internazionale soltanto quando riavranno un equilibrio. Negli USA non c'è mai stata una polarizzazione così forte. Ha sempre vinto una posizione di centro. Stavolta non è così, come sapete Biden è anche appoggiato dalla sinistra estrema. Un dubbio che alcuni hanno è che Biden possa dovere qualche favore in più a quest'ala estrema. Penso però che Biden cercherà di essere il presidente di tutti, non solo di chi l'ha votato».      


 

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