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STATI UNITI«Kamala? È una comunista che racconta solo menzogne»

08.10.20 - 20:01
Donald Trump ci va giù pesante con la candidata democratica alla vicepresidenza dopo il dibattito avuto con Mike Pence.
Keystone
Fonte Claudio Salvalaggio
«Kamala? È una comunista che racconta solo menzogne»
Donald Trump ci va giù pesante con la candidata democratica alla vicepresidenza dopo il dibattito avuto con Mike Pence.
Per tutti Harris ha vinto il duello, ma l'attuale presidente non la pensa proprio così: «Pence ha vinto alla grande. Lei è una macchina da gaffe».

WASHINGTON - Kamala Harris vince nettamente il primo e unico duello tv con Mike Pence. Ma ai punti, non per ko, nonostante alcuni affondi pesanti, come quando ha definito la gestione della pandemia da parte di Donald Trump «il più grosso fallimento di un'amministrazione presidenziale nella storia Usa». Questo il giudizio dei media e dei sondaggi istantanei, dalla Cnn (59% a 38%) alla Fox News amata da Donald Trump (53% a 47%).

Un risultato in contrasto con il tweet lapidario del presidente: «Pence ha vinto alla grande, lei è una macchina da gaffe», ha sentenziato, prima di attaccarla sulla Fox additandola come «un mostro» che «racconta solo menzogne», una «comunista» che «vuole aprire i confini a killer, assassini e violentatori».

Biden invece l'ha promossa a pieni voti: «Ha dimostrato agli americani perché l'ho scelta come mia vice. È intelligente, ha esperienza e combatte per la classe media. Sarà una incredibile vicepresidente», ha twittato. «Forte. Onesta. Chiara. Ottimista. Stanotte Kamala Harris ha dimostrato che lei e Joe Biden hanno ciò che serve per far avanzare questo Paese», ha sintetizzato l'ex first lady Michelle al termine di un dibattito dove si è tornati a parlare civilmente di politica facendo dimenticare lo spettacolo indecoroso del primo confronto fra i candidati alla Casa Bianca.

La senatrice californiana ha superato brillantemente la prova più difficile della sua carriera politica, mostrandosi sorridente e fiduciosa ma nello stesso tempo determinata e agguerrita. Come quando ha messo ripetutamente a tacere il rivale che la interrompeva, dicendo «sto parlando io» (I'm speaking), diventato subito un hashtag di tendenza. Ma senza mai cercare il colpo a effetto o andare sopra le righe, per assecondare la strategia di non essere percepita dal pubblico bianco e moderato come una "nasty black woman", una "donna nera arrabbiata" animata da un senso di rivalsa.

Mike Pence aveva il più difficile e ingrato compito di difendere un presidente sempre più criticato per la cattiva gestione della pandemia ma è stato costretto a dribblare alcune domande imbarazzanti mostrandosi sempre impassibile. Anche quando una mosca è atterrata sui suoi capelli bianchi diventando la star dei social e spopolando con l'hashtag #TheFly tra ironie e sarcasmi. Biden non ha perso tempo: ha postato una sua foto con in mano una racchetta schiaccia mosche e invitato a donare cinque dollari «per aiutare questa campagna a volare», giocando sul doppio senso di fly (mosca e volare). In vendita a 10 dollari invece gli acchiappamosche "Truth over Flies" (la verità è più forte delle mosche).

In un dibattito nel quale erano seduti a quattro metri di distanza, divisi da pannelli di plexiglass contro il virus, Pence e Harris si sono scontrati su tutto, rappresentando due Americhe agli antipodi: aborto, tasse, climate change, sanità, proteste razziali. Lo scontro più duro sulla pandemia. E sul vaccino. «Tu e Biden state minando la fiducia pubblica nel vaccino in arrivo», ha denunciato Pence. «Lo prenderò se me lo dice Anthony Fauci, non Donald Trump», ha replicato la senatrice, evocando i tentativi della Casa Bianca di dribblare le procedure per avere un vaccino prima del voto. Harris ha assestato qualche altro bel colpo sulle dichiarazioni fiscali di Trump («il Paese merita una risposta»), sul suo presunto razzismo («non solo si è rifiutato di condannare il suprematismo bianco ma ha rilanciato»), sulle sue amicizie con i dittatori dopo aver «tradito i nostri amici», sulla guerra commerciale «persa» con la Cina.

Pence le ha rinfacciato di aver perseguitato quando era procuratrice più i neri dei bianchi e ha cercato di dipingerla come «la senatrice più liberal, più di Bernie Sanders». Entrambi hanno eluso più di qualche domanda, a partire da quella se hanno concordato un piano per un'eventuale successione in corsa, vista l'età avanzata dei candidati. Ma almeno si è parlato di politica e non sono volati insulti.

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COMMENTI
 

Dioneus 3 anni fa su tio
Sempre più ridicolo ormai.

seo56 3 anni fa su tio
Ci siamo accorti!
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