Negli scontri con le truppe governative sono morti circa 90 militari
DAMASCO - Miliziani dell'Isis sono tornati a imporre un controllo territoriale, seppur sporadico e simbolico, nella Siria orientale, in alcune località minori a nord del fiume Eufrate.
Lo riferiscono fonti locali e media siriani, precisando che negli ultimi giorni combattenti jihadisti hanno condotto, pressoché indisturbati, pattuglie nei villaggi di Busayr e Shuhayl, nelle campagne a est di Dayr az Zor, in una zona controllata formalmente dalle forze curdo-siriane appoggiate dalla coalizione internazionale a guida Usa.
Durante una di queste pattuglie, i miliziani dello 'Stato islamico' sono riusciti a imporre agli abitanti della zona la riscossione della 'zakat', una tassa prevista dalla legge islamica.
90 uccisi negli scontri con i militari - È di circa 90 uccisi, tra militari governativi siriani e miliziani dell'Isis, il bilancio di scontri armati registrati nelle ultime 72 ore nella Siria centrale e settentrionale.
Lo riferisce l'Osservatorio nazionale per i diritti umani in Siria, secondo cui i combattenti del sedicente Stato islamico (isis) hanno ripetutamente attaccato postazioni governative e di milizie ausiliarie nel triangolo territoriale tra Hama, Aleppo e Raqqa. Sono circa 50 i combattenti dell'Isis uccisi accanto a 40 militari governativi, secondo quanto riferisce l'Osservatorio.
L'Isis era stato dichiarato formalmente sconfitto in Siria nel marzo del 2019 ma le sue cellule sono rimaste operative in maniera più o meno clandestina in diverse regioni siriane e del vicino Iraq.