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REGNO UNITOIsolamento dovuto al Covid-19, dilaga il Revenge Porn

18.09.20 - 06:01
Le segnalazioni a una linea di supporto britannica sono già più di quelle dell'intero 2019
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Isolamento dovuto al Covid-19, dilaga il Revenge Porn
Le segnalazioni a una linea di supporto britannica sono già più di quelle dell'intero 2019

LONDRA - La necessità di stare a casa, durante la pandemia di coronavirus, ha avuto molti effetti secondari di cui si parla poco; tra questi il boom di una pratica tanto infame quanto distruttiva per le vittime, il Revenge Porn.

La conferma arriva, almeno per il Regno Unito, dalle segnalazioni ricevute dalla linea telefonica britannica dedicata, l'Helpline, che ha notato e condiviso con l'emittente Bbc un aumento preoccupanti di casi di questo genere.

Il Revenge Porn, lo ricordiamo, riguarda principalmente la diffusione (generalmente sul web) di foto e video senza il consenso della persona interessata. 

Nel 2020, come ha segnalato alla Bbc Sophie Mortimer, responsabile dell'Helpline, sono state fatte finora circa 2'050 segnalazioni, un aumento del 22% rispetto al 2019. In altre parole, sono già stati segnalati più casi di Revenge Porn nel 2020 che durante l'intero 2019.

Per quanto riguarda i generi, i dati mostrano che circa due terzi dei casi segnalati alla linea d'assistenza coinvolgono persone di sesso femminile.

Secondo l'esperta, da un lato è complice un minore contatto umano, dovuto all'isolamento, con la conseguente mancanza d'affetto. D'altra parte, nota Mortimer, c'è anche una maggiore consapevolezza del crimine e del sostegno che esiste a riguardo. Infatti, se si segnala di più, significa anche che si è più coscienti del problema e che si è più pronti ad affrontarlo.

David Wright, direttore del Safer Internet Centre del Regno Unito (a capo dell'ente che gestisce l'Helpline), ha invece detto al portale britannico che «l'isolamento ha portato a un insieme di circostanze che stanno causando molti problemi», ma anche che «quello che stiamo vedendo sembra essere qualcosa di più a lungo termine. È preoccupante pensarlo, ma questa potrebbe essere la nuova normalità» ha ammesso Wright.

L'ente ha contribuito a rimuovere 22'515 immagini quest'anno, il 94% di quelle segnalate dalle vittime.

«Le forme di abuso basate sulle immagini - come il cosiddetto porno per vendetta - devono essere prese sul serio tanto quanto gli abusi nella 'vita reale'», ha spiegato da parte sua Lucy Hadley, responsabile di Women's aid, campagna contro la violenza domestica.

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